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Coronavirus, migliaia di persone coi sintomi dopo settimane

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A otto mesi dalla scoperta del coronavirus, ancora non è chiaro perché migliaia di persone manifestino sintomi a settimane dalla negativizzazione.

A otto mesi dalla scoperta del coronavirus gli esperti conoscono le caratteristiche e la durata del virus, ma tuttora migliaia di persone nel mondo a distanza di quasi un mese dal contagio continuano ad accusare sintomi legati al covid. Le cause possono coincidere con numerosi fattori, tra i quali, lavoro, stress, condizioni sociali ed età anagrafica dei pazienti.

Coronavirus, pazienti con sintomi dopo settimane

Ormai sappiamo quasi tutto del coronavirus, ma a otto mesi dalla sua comparsa, gli esperti non hanno ancora capito perché in certi tipi di pazienti il virus persista per molte settimane.

Questa situazione in Italia è detta “sindrome post-covid-19″, mentre nei paesi anglosassioni si è diffusa l’espressione “Long-Haulers” per indicare i pazienti con sintomi legati ad un precedente contagio.

Pochi test

Nel mondo sono migliaia le persone che presentano questa “speciale condizione” a settimane dalla negativizzazione, ma ancora non è chiara la causa principale. Negli ultimi mesi sono stati effettuati pochi test per capire questa specifica condizione. Tra i sintomi ricorrenti troviamo tosse, febbre, mal di testa, doloro al petto, nausea e problemi gastointestinali.

Tuttavia, alcuni esperti hanno rilevato decine di altri sintomi diversi da quelli elencati precedentemente, e quindi difficilmente riconducibili ad una condizione pregressa.

Lo studio italiano

Tra i vari testa effettuati nel mondo, vogliamo raccontare quello svolto in Italia dal geriatra Angelo Carfì, presso il Policlinico Gemelli di Roma. Tra fine aprile e maggio, il dottore ha preso 143 pazienti che in seguito si sono negativizzati. Di questi, sulla base di una ricerca sintomatologica, il 12,6% era asintomatico, il 32% aveva due sintomi, mentre il 5% ne presentava tre o più.

Si segnala inoltre che nessuno accusava febbre o sintomi riconducibili a infezioni più gravi, ache se per il 44% le condizioni di vita era peggiorata in quel lasso di tempo.

Analoghi studi sono statai effettuati anche in Inghilterra, dove si è arrivati alla stessa conclusione. La maggior parte dei pazienti, infatti, presenta sintomi della malattia a distanza di settmane dal contagio.

Le cause al momento si basano su fattori generali, quindi sulla situzione pregressa dei pazienti, le loro condizioni sociali, età anagrafica e stress causato dal ritorno al lavoro, anche se la momento non trovano conferme scientifiche.