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Stop farmaco anti-artrite contro Covid: non ottenuti i risultati sperati

farmaco anti-artrite Covid

Stop farmaco anti-artrite usato per curare Covid-19: "Sebbene lo studio non abbia prodotto i risultati sperati, siamo orgogliosi del lavoro svolto".

Mentre in tutto il mondo proseguono gli studi per l’individuazione di un vaccino in grado di contrastare il coronavirus, il ministro della Salute russo assicura: “Le vaccinazioni saranno avviate da novembre”. Falliti, invece, gli studi sul farmaco anti-artrite usato nella cura dei pazienti positivi al Covid-19.

Farmaco anti-artrite contro Covid

In un comunicato stampa, Sanofi, colosso farmaceutico francese, fa sapere che i test clinici sul farmaco Kevzara, somministrato nei pazienti gravi risultati positivi al coronavirus, non hanno prodotto i benefici sperati. Per questo motivo, si è deciso di non condurre ulteriori trial clinici. Il Kevzara è il nome commerciale del principio attivo Sarilumab. Si tratta di un anticorpo monoclonale immunosoppressore e antiinfiammatorio progettato per combattere l’artrite reumatoide. Agli inizi della pandemia era considerato una cura adatta per contrastare il virus.

Tuttavia, non mancano i rischi e le possibili complicazioni. Tra queste, potrebbe esserci una risposta sproporzionata del sistema immunitario. La conseguenza sarebbe una produzione eccessiva di citochine, cioè la “tempesta di citochine”. Danni e insufficienza in numerosi organi sono gli effetti.

“Kevzara (sarilumab) somministrato per via endovenosa con una dose di 200 mg o 400 mg a pazienti gravi o critici ospedalizzati con Covid-19 non ha soddisfatto il suo endpoint primario e endpoint secondario chiave, quando Kevzara è stato confrontato con un placebo aggiunto alle normali cure ospedaliere”. Così si legge nel comunicato della casa farmaceutica francese. Sugli studi condotti è intervenuto anche il professor John Reed, a capo del dipartimento di ricerca e sviluppo di Sanofi. “Sebbene questo studio non abbia prodotto i risultati sperati, siamo orgogliosi del lavoro che è stato svolto dal team per approfondire la nostra comprensione del potenziale utilizzo di Kevzara nel trattamento della COVID-19”, ha dichiarato.

I benefici

Non mancano i benefici, ma non sono statisticamente rilevanti. Tra questi, la riduzione dei giorni di ricovero e migliori risultati clinici raggiunti in tempi più brevi.

Inoltre, “si osserva una tendenza verso una ridotta mortalità nel gruppo di pazienti critici che non è stata osservata nel gruppo dei pazienti gravi”, si legge nel comunicato. E ancora: “Eventi avversi gravi riportati dal 26-29% dei pazienti con Kevzara e dal 24% dei pazienti trattati col placebo”, mentre hanno osservato “infezioni gravi (inclusa la polmonite da Covid-19) nell’11-13% dei pazienti con Kevzara e nel 12 percento dei pazienti trattati con placebo”.