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Test sierologici, i dati per regione delle adesioni degli insegnanti

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Le adesioni dei docenti ai test sierologici sono tra il 50% e l’80%. Lo riportano i segretari regionali della federazione dei medici di famiglia.

Lo hanno annunciato al Fatto Quotidiano i segretari regionali della federazione dei medici di famiglia di sette regioni. L’adesione degli insegnanti a sottoporsi ai test sierologici si aggira tra i 50 e l’80%. I segretari regionali hanno inoltre raccontato la grande difficoltà delle regioni nel gestire l’erogazione dei test sierologici. C’è chi non ha ricevuto abbastanza kit, chi li ha ricevuti senza il pungidito, chi li ha dovuti prendere in autonomia. Insomma uno scenario che complica non poco le cose. Non aiuta certo la partecipazione degli insegnanti e in generale del personale scolastico delle varie regioni che è stato disomogeneo. Nella regione Veneto ad esempio, c’è stata una defezione degli insegnanti di circa il 30%, alla regione Lazio hanno delegato tutto alle Asl, in Sicilia infine molti medici di famiglia hanno addirittura consigliato di fare i test sierologici a pagamento.

Le adesioni degli insegnanti ai test sierologici

Partecipazione disomogenea del personale scolastico, difficoltà nel reperire i kit o il loro arrivo in quantità minore. Queste sono alcune delle difficoltà maggiori che hanno incontrato i segretari regionali della federazione dei medici di famiglia di Lombardia, Sicilia, Veneto, Abruzzo, Lazio, Emilia-Romagna e Campania. In un articolo pubblicato su “Il Fatto Quotidiano”, hanno parlato di come gestire in modo ottimale la campagna nazionale dei test sierologici non sia affatto facile.

Se in regioni come Lombardia, Abruzzo e Lazio non sono state riscontrate riscontrate grandi difficoltà, in regioni come la Sicilia e il Veneto la questione si fa più complicata. In Sicilia ad esempio dove la situazione viene gestita dalla regione e dal ministero della salute i test sono arrivati in ritardo e molti insegnanti si sono dovuti rivolgere all’asp oppure in altri centri per poter fare i test a pagamento. Molti medici hanno addirittura consigliato di fare il test sierologico pagando.

In Veneto la partecipazione del personale scolastico è stata a macchia di leopardo e il 30% si è rifiutato di fare il test. Per l’Emilia Romagna è accaduto esattamente l’opposto con la disponibilità dei medici che è stata disomogenea tra le varie province. In Campania infine i test sono arrivati in minore quantità e con una disponibilità del 70% dei medici di base. A fare da supporto c’era comunque le ASL.