> > Vaccino anti coronavirus: iniziata a Verona la prima sperimentazione

Vaccino anti coronavirus: iniziata a Verona la prima sperimentazione

Vaccino anti coronavirus Verona

I primi sei volontari di Verona hanno ricevuto il vaccino italiano anti coronavirus: ora saranno controllati per i prossimi sei mesi.

Al via la sperimentazione del vaccino anti coronavirus italiano, il cosiddetto Grad-Cov2, all’ospedale Borgo Roma di Verona. Lunedì 7 settembre 2020 i primi sei volontari, tutti veronesi, si sono sottoposti alla somministrazione delle dosi iniziali.

Vaccino anti coronavirus: sperimentazione a Verona

La fase 1 era in realtà iniziata la settimana precedente all’Istituto Spallanzani di Roma dopo il superamento dei test pre clinici effettuati sia in vitro che in vivo su modelli animali. Dato che il vaccino, prodotto e brevettato dalla società italiana ReiThera, aveva fornito una forte risposta immunitaria, gli addetti avevano iniziato ad inoculare le prime tre dosi di vaccino ai volontari romani. Avendo i risultati evidenziato l’assenza pressoché totale di controindicazioni, si è proceduto a somministrarle anche a Verona. Si tratta in questo caso di quattro donne e due uomini di età compresa tra 18 e a 55 anni.

Costoro saranno controllati prima ogni due giorni, poi ogni settimana e poi ogni due per sei mesi, ha spiegato il direttore del Centro di ricerche cliniche del nosocomio veneto. Il personale sanitario valuterà i parametri vitali e la capacità di indurre la risposta immunitaria così come la produzione di immunoglobuline e dei linfociti B.

Nel mentre, sempre qualche giorno dopo lo Spallanzani, si procederà a somministrare le dosi ad altre sei persone e poi ad altre tre, tutte dello stesso range anagrafico dei primi. Oltre a loro ci sarà poi un secondo gruppo comprendente soggetti con più di 65 anni, su cui il vaccino verrà sperimentato una volta concluso il primo ciclo.

Se avremo continuamente buoni risultati di produzione di anticorpi, valori di linfociti nella norma e nessuna controindicazione di problemi fisici o malori nei volontari, allora potremo affermare che l’Italia è sulla strada giusta per raggiungere il suo vaccino anti Covid“, ha concluso Milleri.

Il racconto di uno dei volontari

Gabriele Nastasi, ragazzo di 32 anni e tra i 6 volontari che hanno ricevuto il vaccino, ha raccontato di aver deciso di rendersi disponibile “per poter dire a me stesso che ho fatto davvero tutto ciò che era possibile per tornare a impossessarci del mondo com’era prima“. Intervistato dal Corriere del Veneto, ha spiegato di essersi convinto dopo essersi documentato a fondo e aver studiato il lavoro dei ricercatori, nonostante i suoi amici lo avevano definito “pazzo” puntando sul rischio di effetti collaterali.

Da volontario della Croce Rossa che ha visto con i suoi occhi pazienti contagiati in gravi condizioni, ha riconosciuto l’importanza mastodontica del fenomeno a cui ci si trova di fronte e deciso di voler fare la sua parte.

Ha poi spiegato che il personale dell’ospedale lo ha tenuto sotto osservazione qualche ora e che nei giorni successivi dovrà misurare quotidianamente la temperatura corporea e tenere un diario clinico nel quale annotare ogni minima reazione. Definendo infine irrispettosi coloro che scendono in piazza negando l’emergenza, si è auspicato che tutti, una volta disponibile, effettuino il vaccino: “È l’unico modo perché ciò che stiamo attraversando diventi solo un ricordo“.