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Coronavirus, l'Oms continua a raccomandare una quarantena di 14 giorni

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L'Oms interviene sulla proposta di abbassare la durata della quarantena anti coronavirus da 14 a 7 giorni, come già attuato dalla Francia.

Nella giornata del 9 settembre anche l’Oms è intervenuta in merito all’annosa questione della durata della quarantena anti coronavirus che in questi giorni sta tenendo banco in Europa e in Italia. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha infatti invitato alla prudenza, sostenendo che per il momento le raccomandazioni continuano ad essere su una quarantena di massimo 14 giorni per coloro che sono entrati in contatto con il Covid-19 e con persone positive a quest’ultimo.

Coronavirus, l’Oms interviene sulla quarantena

La proposta di ridurre la quarantena da 14 a 7 giorni è stata approvata recentemente dalla Francia, che tramite il proprio ministro della Salute ha dichiarato: “Alcuni Paesi stanno valutando la possibilità di ridurre il periodo di quarantena se combinato con i test. Quando applicano le misure, questi Paesi prendono in considerazione sia i dati scientifici che i fattori sociali. L’esempio francese può essere preso come quello di un Paese che adatta la sua risposta all’accettazione delle misure da parte delle persone, per aumentarne la conformità”.

Secondo gli esperti transalpini infatti, dopo una settimana la contagiosità del malato diminuirebbe in modo netto, non giustificando più dunque la permanenza in casa per altri sette giorni. Una quarantena più breve inoltre verrebbe percepita meno costrittiva da parte delle popolazione e di conseguenza maggiormente rispettata. Nonostante ciò, l’Oms continua a raccomandare: “Una quarantena di 14 giorni per le persone che sono entrate in contatto con casi di Covid-19″.

Il commento del virologo Crisanti

Sul tema ha espresso la propria opinione anche il microbiologo Andrea Crisanti, che in un’intervista a Radio 24 ha spiegato come una quarantena dimezzata non sarebbe sicura al 100%: “La maggior parte delle persone si ammala dopo 5/6 giorni dal contatto con la persona infetta, quindi dal punto di vista scientifico ci può stare, ma non è a rischio zero”.