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Covid, come gli eventi "superdiffusori" incidono sul contagio

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Nello sviluppo della pandemia di Covid-19, gli eventi superdiffusori giocano un ruolo chiave: quali sono e come incidono sul contagio?

Non sono, ormai, più un’eccezione le giornate record per quanto riguarda i contagi da Coronavirus in Europa, e anche in Italia il bollettino giornaliero segna da giorni oltre 5mila nuovi casi. Non va meglio nel resto del mondo. Gli esperti continuano a interrogarsi sulle modalità di diffusione del virus, in modo da poter evitare le situazioni che potrebbero essere fonte di contagio per troppi individui. Ed è qui che entrano in gioco gli eventi denominati “superdiffusori”.

Cosa sono gli eventi superdiffusori?

Con eventi superdiffusori si intendono delle situazioni in cui si verifica un supercontagio. Ad oggi sappiamo che un individuo positivo al Coronavirus ha la probabilità di infettare, senza le dovute precauzioni, altre 2.5 persone. Così come, secondo uno studio condotto da Science, ci sono soggetti che invece non sono contagiosi per altre persone. Ma una piccola parte, circa l’8%, è in grado di trasmettere il virus ad un numero di soggetti molto elevato, oltre il 2.5. Costoro vengono nominati “superspreader” e sono stati la causa di circa l’80% dei nuovi contagi.

Ciò che però allarma i virologi non è solo la presenza di questi superspreader, ma anche il fatto che il virus in determinate circostanze, riesca a trasmettersi più facilmente: questi eventi sono denominati “eventi superdiffusori”. Con questo termine quindi, si intendono tutte quelle situazioni nelle quali il virus ha una maggiore libertà di circolazione, basti pensare agli ospedali, alle Rsa, tutte situazioni che abbiamo potuto toccare con mano nel periodo di marzo-aprile.

Adesso sotto la lente dei riflettori dei virologi ci sono anche le palestre, in quanto favorirebbero una maggiore circolazione del virus a causa dello sforzo fisico del soggetto e quindi la maggiore possibilità di produrre droplets infette, nel caso in cui fosse positivo. Ma anche mattatoi, feste religiose (come i matrimoni), riunioni di lavoro e quant’altro, quindi tutta una serie di eventi, generalmente avvengono in luoghi chiusi, nel quale sono presenti una quantità maggiore di persone e quindi la possibilità di diffondere il contagio in modo più rapido tra i partecipanti all’evento.

Come difendersi dal contagio

In alcuni paesi orientali, come Corea del Sud e Giappone, è stata messa a punto la tecnica delle 3c, ossia si rimanda al buon senso dei cittadini chiedendogli di evitare tutte quelle situazioni potenzialmente pericolose per il contagio, quindi:

  • Spazi chiusi (Closed spaces)
  • Spazi affollati ( Crowded places)
  • Contatti ravvicinati (Close-contact settings)

Rimane da vedere se una simile opzione sia praticabile anche in Italia, tutto sta nel buon senso dei cittadini e nell’applicazione di quelle norme che ci hanno accompagnato in questi lunghi mesi da quando è apparso il Coronavirus.