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Coronavirus, cosa fare nei casi di sospetta positività?

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Se riteniamo di avere in famiglia un caso di sospetta positività al Coronavirus dobbiamo seguire attentamente le norme igienico-sanitarie

Il Coronavirus, in questi giorni, si sta nuovamente espandendo a macchia d’olio. Con l’arrivo dell’inverno e delle basse temperature, inoltre, in molti si trovano a chiedersi se i sintomi che riscontrano corrispondono ad una banale influenza o al virus stesso. In attesa di essere sottoposti al tampone, dunque, in questi casi è utile seguire alcuni accorgimenti in famiglia per evitare che l’eventuale contagio si propaghi. Una presunta positività al Covid non trattata in modo adeguato, infatti, potrebbe portare a seri danni.

Cosa fare se ho i sintomi

A fronte di sintomi come febbre superiore a 37,5°, tosse secca e spossatezza è importante restare a casa. Non dobbiamo recarci al pronto soccorso, bensì consultare il nostro medico di base. Egli contatterà la Asl di competenza per richiedere che prenotare il tampone. Ciò può avvenire subito o dopo qualche giorno, in modo da comprendere se i sintomi diminuiscono o meno, a discrezione del medico. 

Nel frattempo è necessario limitare i contatti con gli altri membri della famiglia, ad esempio utilizzando un bagno, nonché posate e altri oggetti, ad uso personale. Nel caso ciò non sia possibile è meglio tenere la mascherina. Molto importante anche mantenere le superfici igienizzate e far cambiare frequentemente l’aria.

Cosa fare se sono entrato a contatto con un positivo

Nel caso in cui si è entrati a contatto diretto o indiretto con un positivo, nel caso si abbia dei sintomi, la procedura è uguale a quella precedente. Se, invece, non si hanno sintomi ma si è contratti stretti di un positivo bisognerà restare in quarantena per 14 giorni. Al termine dell’isolamento domiciliare non sarà necessario effettuare alcun tampone se non si sono manifestati sintomi. Un contatto indiretto, invece, non ha alcun obbligo, ma è meglio valutare le condizioni ad personam.