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Covid, con scuole chiuse contagi in calo del 15%: lo studio

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Rapporto scuole chiuse - contagi, i dati dello studio pubblicato su Lancet dimostrano un'incidenza del -15% sui nuovi casi.

Con le scuole chiuse i contagi potrebbero ridursi del 15% in 28 giorni, è questo il risultato che emerge da uno studio condotto dall’Università di Edimburgo e pubblicato su Lancet che ha analizzato quanto avvenuto in 131 Paesi dopo la riapertura degli istituti scolastici. La ricerca dimostra inoltre che la riapertura potrebbe aumentare la trasmissione del 24% dopo altri 28 giorni. Uno scenario condiviso e rilanciato in Italia dal virologo dell’Università San Raffaele di Milano, Roberto Burioni, sul suo sito MedicalFacts. Dai ricercatori stessi arriva poi la precisazione che l’analisi condotta non può tenere conto delle diverse precauzioni assunte nei vari paesi (mascherine, distanziamento, banchi monoposto), ritenute comunque indispensabili per provare a tenere aperte le scuole in presenza.

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Studio: con scuole chiuse -15% dei contagi

“La chiusura delle scuole – scrivono gli scienziati dell’Università di Edimburgo – è stata ampiamente adottata in precedenza per controllare i focolai di influenza e le pandemie, ed è stato dimostrato che riduce e ritarda i picchi di epidemie. Per Sars-Cov-2, il ruolo dei bambini nella trasmissione non è ancora chiaro”. Segue poi il riferimento ad uno studio cinese che ha dimostrato come chiudere le scuole possa essere da sola una mossa in grado in interrompere del tutto la trasmissione e che, anche nei casi più critici in cui questo non dovrebbe avvenire, potrebbe ridurre l’incidenza del 40 -60% ritardando dunque la crescita dei nuovi contagi.

Numeri e studi che si scontrano con le volontà dei governi europei di mantenere attivo il settore dell’istruzione, con i ragazzi in classe e un uso limitato della dad. Anche sotto questo aspetto lo studio si dichiara incapace di poter fornire dati certi, non potendo andare a valutare come l’incidenza sui contagi cambia nel caso in cui si provveda alla riapertura a diversi livelli. Si pensi al caso italiano e alla decisione di lasciare in presenza i soli studenti delle elementari e medie, ricorrendo alla didattica a distanza solo per le superiori. In tal senso gli analisti sottolineano che “un rapporto ha rilevato che i bambini di età inferiore ai 5 anni con Covid-19 da lieve a moderato avevano elevate cariche virali nel rinofaringe rispetto ai bambini più grandi e agli adulti, e quindi potevano potenzialmente essere importanti fattori di trasmissione nella popolazione generale”. Ipotesi scientifiche, di supporto alle decisione dei governi nazionali, ma che devono inevitabilmente fare i conti con le scelte politiche di ogni singolo Paese.