> > Covid, cosa non ha funzionato e cosa abbiamo imparato: un'analisi

Covid, cosa non ha funzionato e cosa abbiamo imparato: un'analisi

Covid, cosa non ha funzionato secondo The Lancet

Covid, cosa non ha funzionato e cosa invece abbiamo appreso da questa epidemia. La rivista medica The Lancet ne ha fatto un'analisi.

Covid, cosa non ha funzionato? Cos’abbiamo imparato da questa epidemia? Le risposte le fornisce, o almeno ci prova, la rivista medica inglese The Lancet per mezzo di Richard Horton, caporedattore e professore onorario alla London School of Hygiene and Tropical Medicine, all’University College di Londra e all’Università di Oslo.

Covid, cosa non ha funzionato

“Questa non è una crisi tanto sanitaria ma anche economica e politica, i costi sono incredibili, 100 milioni di persone secondo le stime si troveranno nella povertà più estrema, più si continua ad andare avanti più questo numero continua ad aumentare”, ha detto Horton, “Ci saranno maggiori disuguaglianze, non abbiamo ancora preso atto della vera portata dell’epidemia che cambierà tutti gli aspetti della nostra vita, società e cultura”.

Cosa abbiamo imparato dal Covid

L’analisi di Horton sul Covid nel mondo parte dall’assunto che, per la storia, abbiamo imparato dalle pandemie passate a rinascere. “Le società sono mutate a seguito di queste, la vecchia muore e nasce una nuova, dalla tragedia ci sarà un nuovo inizio, i governi cambiano, si fa tesoro di quanto si apprende, cambia anche l’opinione pubblica, la popolazione, il punto di vista, si investirà di più sulla protezione, le nostre società saranno più forti“, ha detto.

Sconfiggere il Covid oppure no?

L’analisi sul fenomeno Covid di The Lancet prosegue poi con una riflessione su due punti di vista, che vedono il mondo spaccato in due. Secondo alcuni, infatti, si potrebbe sconfiggere il virus mentre per altri è impossibile e bisognerebbe proteggere i più vulnerabili, lasciando che gli altri tornino a lavorare per sostenere l’economia.

Secondo Horton la pandemia non è degna di tale definizione: “C’è un virus da una parte ma abbiamo anche un virus che interagisce con un essere umano che ha una serie di vulnerabilità e queste sono le malattie croniche. Le persone più povere sono le più vulnerabili”, ha spiegato,questa si chiama sindemia, non riusciremo a risolvere la situazione concentrandoci solo sul virus, saremo in grado di farlo concentrandoci sul virus e sull’intera salute di tutta la popolazione”.