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Iss: “Il Coronavirus è sensibile alla temperatura ambientale”

Iss coronavirus sensibile alla temperatura

Il virus SARS-CoV-2 è sensibile all’aumento della temperatura ambientale. Questo è quanto ha constatato l’Iss.

Il Coronavirus è sensibile all’aumento o all’abbassamento delle temperature ambientali. Lo ha constatato l’Istituto Superiore di Sanità che ha diffuso sul suo portale ufficiale uno studio che è stato pubblicato sulla rivista Clinical Microbiology and Infection. Secondo questa ricerca i cui esperimenti sono stati condotti in vitro, il virus se sottoposto ad una temperatura di circa 28 °C perderebbe la sua carica virale entro le 24 ore successive dall’emissione dei droplet nell’aria. Con una temperatura inferiore che va dai 20 ai 25 °C è richiesto più del doppio del tempo passando da 24 ore a 3 giorni complessivi.

Questo sarebbe anche il motivo per cui durante il periodo estivo sarebbe stata evidenziata una diminuzione della curva dei contagi. “I nostri dati aiutano a spiegare il perché le condizioni ambientali estive più sfavorevoli per il virus ne abbiano rallentando la diffusione e il contagio”, ha spiegato il coordinatore della ricerca Fabio Magurano.

Iss, Coronavirus sensibile alle temperature

Lo ha evidenziato uno studio pubblicato sulla rivista Clinical Microbiology and Infection condotta dall’European Society of Clinical Microbiology and Infectious Diseases. Il virus SARS-CoV-2 sarebbe sensibile all’abbassamento o all’aumento delle temperature. Sarebbe proprio per questa ragione che durante il periodo estivo sarebbe stato riscontrato una diminuzione generale della curva dei contagi.

Dagli studi condotti in vitro i risultati parlerebbero chiaro: con una temperatura che si aggira sui 28 °C il virus resisterebbe circa 24 ore, un lasso di tempo che aumenta di molto con la diminuzione delle temperature. Invece con una temperatura che va dai 20 ai 25 °C il virus può arrivare anche 3 giorni.

A questo proposito il coordinatore dello studio Fabio Magurano ha dichiarato: “I nostri dati aiutano a spiegare il perché le condizioni ambientali estive più sfavorevoli per il virus ne abbiano rallentando la diffusione e il contagio. Al contrario l’abbassamento delle temperature permette al virus di resistere di più e nel contempo giustifica una maggiore capacità delle goccioline respiratorie di persistere e diffondersi nell’ambiente, favorendo la diffusione del virus e il contagio”.