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Il vaccino Covid Moderna garantisce almeno tre mesi di immunità

Vaccino Covid effetti collaterali

“Dopo tre mesi, il loro sangue conteneva ancora anticorpi neutralizzanti": il vaccino Moderna assicura immunità da Covid.

Le due dosi del vaccino Covid sviluppato dalla società statunitense Moderna, in collaborazione con il NIAID, hanno prodotto alti livelli di anticorpi neutralizzanti. A tre mesi dalla vaccinazione, questi sono rimasti elevati: “Potenziale per fornire un’immunità umorale duratura”.

Vaccino Covid Moderna: 3 mesi di immunità

Il vaccino contro il Covid prodotto da Moderna, efficace nel 94,1% dei casi, porta alla produzione di anticorpi neutralizzanti che durano almeno tre mesi, donando “un’immunità umorale duratura”. Questi risultati sono visibili nel sangue dei 34 volontari arruolati nella fase 1: “Dopo tre mesi, il loro sangue conteneva ancora anticorpi neutralizzanti, suggerendo che i volontari avevano una certa protezione immunitaria contro Covid-19”, si legge sulla rivista scientifica New England Journal of Medicine.

In particolare, i volontari sono stati suddivisi per gruppi di età e l’analisi a 119 giorni dopo la prima dose (quindi 90 giorni dopo la seconda) hanno indicato rispettivamente un livello anticorpale medio di 235.228, 151.761 e 157.946.

“Sebbene i correlati della protezione contro l’infezione da Sars-Cov-2 nell’uomo non siano ancora stati stabiliti questi risultati mostrano che il vaccino denominato mRNA-1273 ha il potenziale per fornire un’immunità umorale duratura”, hanno indicato gli studiosi. Gli stessi sottolineano che “non sono stati osservati eventi avversi gravi durante la sperimentazione e nessun nuovo evento avverso considerato grave al vaccino si è verificato dopo il 57° giorno”.

Possibile autorizzazione in Europa e Usa

I dati della sperimentazione del vaccino mRNA-1273, basato su Rna messaggero che codifica per una forma stabilizzata della proteina Spike, saranno valutati dalla Food and Drug Administration (FDA) il 17 dicembre negli Stati Uniti. In Europa, invece, sarà l’Agenzia dei medicinali (EMA) a valutarne l’approvazione, il 12 gennaio del prossimo anno.