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Oms: "Solo con il vaccino ai giovani si fermerà la pandemia"

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Oms: "Vaccino ai giovani, unico modo per dichiarare sconfitta la pandemia da covid-19".

Nel 2021 saranno molti i Paesi del mondo a dare il via alla campagna per il vaccino contro il covid, ma la lotta sembra essere ancora lunga. Ancora poche dosi e un sistema di priorità che farà capo ai singoli governi, chiamati a decidere chi per primo avrà accesso alla protezione. In linea generale i primi saranno medici e infermieri, poi sarà il turno degli ospiti e del personale della Rsa e a seguire tutti gli altri. Dall’Oms arriva però la voce di Maria Van Kerkhove, epidemiologa a capo dell’Organizzazione mondiale della Sanità, che, in un’intervista rilasciata al quotidiano tedesco Spiegel, sottolinea come la fine dell’epidemia arriverà solo nel momento in cui i giovani saranno vaccinati.

L’Oms sul vaccino ai giovani

Per la Van Kerkhove, “il numero di casi non diminuirà sensibilmente nonostante l’avvio delle vaccinazioni almeno fino alla seconda metà del 2021. Inizialmente, saranno gli anziani e i pazienti ad alto rischio ad essere essere immunizzati. È bene proteggerli dalla malattia, si spera che questo ridurrà notevolmente il numero di morti; d’altra parte, non diffondono il virus tanto quanto i giovani. Solo con la vaccinazione di quest’ultimi il numero dei casi diminuirà“.

Il monito dell’epidemiologa dell’Oms è dunque quello di continuare a tenere altissima la soglia dell’attenzione nei prossimi mesi, in quanto il vaccino sarà solo “un’altra arma nel nostro arsenale, ma non la panacea di tutti i mali“. Nelle parole della rappresentante dell’Oms c’è anche la speranza che tutto questo un giorno potrà finire: “Non posso dire quando succederà, ma ci sarà quel giorno di vittoria in cui proclameremo la sconfitta di Covid-19. E poi spero che tutto il mondo festeggi insieme”.

Oms: “L’Europa impari dall’Asia”

Una parte delle dichiarazioni della Van Kerkhove è stata poi riservata all’Europa, uno dei continenti più in affanno con questa pandemia. Per l’epidemiologa è una questione culturale, che nasce dalla totale inesperienza occidentale con le epidemie:L’Europa potrebbe certamente imparare molto dall’Asia. Molti paesi dell’Estremo Oriente sono riusciti a ridurre il numero dei casi e allo stesso tempo a rimanere estremamente vigili. Se il numero di casi aumenta di nuovo, reagiscono immediatamente in modo aggressivo così che un piccolo incendio non diventi una deflagrazione”. “In estate – conclude la Van Kerkhove – anche l’Europa avrebbe avuto la possibilità di raggiungere uno stato così stabile. Ma troppe persone si sono comportate come se la pandemia fosse già finita. È stata una opportunità persa”.