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Covid-19, un anno dal primo caso: il confronto con le altre epidemie

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La pandemia di Covid-19 non è l'unica ad avere messo a serio rischio la sopravvivenza umana nella storia.

Il Covid-19 non è certamente l’unico virus che ha messo in grave difficoltà il mondo fin dal secolo scorso. I numeri sono ormai esorbitanti (oltre 76,8 milioni di casi confermati e più di 1,69 milioni di decessi a quasi un anno dal primo caso in Cina), ma a confronto con altre epidemie il rischio è che possano diventare ancora più significativi.

Il confronto tra il Covid e le altre epidemie

Nella storia delle civiltà tantissimi virus, agenti patogeni e malattie infettive hanno messo a serio rischio la sopravvivenza della popolazione. I numeri in molti casi sono parecchio più spaventosi di quelli del Covid-19. È sufficiente pensare che tra il 1918 e il 1919 circa un terzo della popolazione mondiale di allora contrasse l’influenza spagnola. Essa provocò la morte di oltre 50 milioni di persone.

Numeri simili a quelli del Covid-19, invece, hanno fatto l’influenza asiatica, che dal 1957 al 1958 provocò 1,1 milioni di morti in Asia e negli Stati Uniti, e l’influenza di Hong Kong del 1968, che causò la morte di circa un milione di persone. L’area di diffusione di queste due malattie fu senza dubbio più ristretta rispetto a quella della pandemia attuale.

I virus recenti

In tempi più recenti, invece, la popolazione mondiale ha dovuto fare i conti con l’epidemia suina. Nel 2009 morirono 8.449 persone, a fronte di oltre 1,6 milioni di casi. Ben 80 paesi furono coinvolti. Nel 2014, invece, l’epidemia di Ebola causò il decesso di 9.365 persone, a fronte di 23.218 casi di contagio, principalmente in Africa. Tra il 2015 e il 2016, infine, il virus Zika è stato contratto da più 120 mila persone, principalmente in Sudamerica. Seppure non abbia causato alcuna vittima, sono stati registrati dei problemi ai bambini nati da donne positive.

L’Hiv

Il virus Hiv è il responsabile della pandemia di Aids. Esso circola dagli anni ’70, ma il primo caso è stato ufficialmente identificato nel 1984. È impossibile, dunque, avere dati certi in merito al numero di persone che nella storia hanno contratto la malattia, che ancora oggi non ha una cura.