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Guariti possono essere reinfettati da varianti del Covid-19: lo studio

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I soggetti che hanno contratto il Covid-19 e sono guariti potrebbero essere reinfettati da un'altra variante.

Le persone che sono guarite dal Covid-19 potrebbero in qualsiasi momento essere reinfettate da un’altra variante del virus. Uno studio condotto dal Laboratorio Monoclonal Antibody Discovery (MAD) presso la Fondazione Toscana Life Sciences di Siena ha dimostrato infatti che alcune mutazioni riescono a resistere agli anticorpi prodotti da coloro che hanno avuto l’infezione con il ceppo originario.

Lo studio sugli anticorpi del Covid

Lo studio è stato effettuato da un team di ricerca internazionale guidato da scienziati italiani. Esso è stato condotto in laboratorio su del plasma altamente neutralizzante di un paziente positivo al Covid-19. Co-incubando ad esso il virus gli esperti hanno evidenziato che esso veniva facilmente sconfitto dagli anticorpi, ma che al tempo stesso per difendersi da questi generava delle significative mutazioni.

Tre delle mutazioni, in particolare, davano vita a una “variante completamente resistente alla neutralizzazione del plasma“. Ciò in altre parole significa che tale variante avrebbe potuto infettare un paziente che nel recente passato è guarito dal virus, in quanto i suoi anticorpi a fronte di ciò non garantiscono l’immunità.

Le conseguenze sul vaccino

La buona notizia è che l’immunità fornita da un vaccino è molto più forte e sicura rispetto a quella naturale, in quanto “artificiale“. In merito, tuttavia, dovranno essere condotti ulteriori studi. A tal proposito il team di ricerca sta anche studiando degli anticorpi monoclonali ad hoc, ovvero delle immunoglobuline sintetiche ingegnerizzate in laboratorio che sembrano essere efficaci.

Il fatto molto rassicurante è che l’anticorpo che stiamo sviluppando è capace di neutralizzare la variante virale resistente all’immunità naturale. Questo non garantisce che sia in grado di neutralizzare tutte le varianti che potrebbero svilupparsi in futuro, ma è un segnale molto incoraggiante”, ha dichiarato il coordinatore Rino Rappuoli al Secolo XIX.