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Cosa sappiamo sulla nuova variante californiana del coronavirus

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Scoperta una nuova variante del virus, la L452R è californiana. Ecco cosa sappiamo finora e dove si sta diffondendo

Dopo la vicina variante inglese, quella sudafricana e quella brasiliana, un’altra versione mutata del coronavirus preoccupa gli esperti. La variante californiana si sta diffondendo in varie contee americane, ma dev’essere studiata ulteriormente.

L452R, la variante californiana

Viene identificata come L452R, proviene dalla California e sta facendo preoccupare gli esperti. È l’identikit della nuova variante del coronavirus, che si sta diffondendo in diverse contee americane. Gli studi svolti presso l’Università della California (UC) dimostrano come la percentuale di casi di Covid associati a questa variante siano passati dal 3,8% al 25% nel periodo tra metà novembre e fine dicembre. “Il fatto che questa variante sia stata identificata in diversi grandi focolai nella nostra contea è una bandiera rossa e deve essere indagata ulteriormente” sono state la parole di Sara Cody, funzionario sanitario della contea di Santa Clara. Non ci sono infatti prove, per il momento, che la variante L452R sia più contagiosa o porti sintomi più gravi. Nonostante ciò, l’attenzione deve restare alta. “Questo virus continua a mutare e adattarsi e non possiamo abbassare la guardia -continua la dottoressa Cody-, sottolineando la necessità che tutti seguano tutte le misure di prevenzione e si vaccinino non appena viene offerta la possibilità”.

Variante californiana ancora da approfondire

Dai laboratori californiani proviene un’affermazione: “è troppo presto per sapere quanto la variante 452 sia prevalente a livello nazionale o globale“. Ciò che si sa, però, è che la variante L452R è chiamata così perché presenta tre mutazioni diverse rispetto a B.1.1.7, di cui una interessa proprio il residuo 452 del gene che codifica per la proteina di superficie Spike. “Ora che sappiamo che questa variante è in aumento nelle nostre comunità locali, le stiamo dando priorità nello studio -commenta Charles Chiu, virologo dell’UC di San Francisco-. Presso l’UC di San Francisco e altri laboratori verranno eseguiti test per determinare se questa variante è più contagiosa o influisce sulle prestazioni dei vaccini”.