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Covid, come proteggersi dalle varianti mutate e più contagiose del virus

Varianti

Con l’aumentano a livello mondiale delle varianti Covid, ci si interroga sempre più spesso su quali siano le protezioni più efficaci contro le mutazioni.

Le nuove varianti scaturite dal SARS-CoV-2 destano notevoli preoccupazioni a livello mondiale che si riflettono, in particolare, sul tema della protezione. A questo proposito, ci si chiede se le precauzioni sinora adottate per contrastare la diffusione del coronavirus siano efficaci anche contro il proliferare delle versioni mutate del virus. Le varianti inglese, sudafricana o brasiliana, infatti, vengono individuate sempre più frequentemente in Paesi differenti rispetto a quelli in cui si è originata la mutazione.

Inoltre, esaminando i dati forniti sulla variante inglese, è stato sottolineato che tale mutazione possiede un indice Rt più alto dello 0,4-0,7 rispetto alla forma iniziale del virus, risultando pertanto più contagiosa del SARS-CoV-2 originariamente in circolazione.

Covid, come proteggersi dalle varianti mutate

In relazione alla questione della trasmissibilità delle varianti Covid, è necessario sottolineare che tutte le mutazioni esistenti si diffondono nel medesimo modo individuato per il ceppo madre. Di conseguenza, i dispositivi di protezione e le precauzioni assunte come l’impiego della mascherina, il distanziamento sociale, il lavaggio frequente delle mani o l’impegno a evitare assembramenti e luoghi chiusi appaiono strumenti efficaci anche per ostacolare la circolazione dell’agente patogeno mutato.

Accanto alle misure già ricordate, poi, può essere utile adottare altri comportamenti di prevenzione quali evitare di accogliere presso la propria abitazione persona con le quali con si convive o arieggiare spesso le stanze.

Il ruolo cruciale delle mascherine nella lotta al SARS-CoV-2

Per ridurre le possibilità di contrarre il SARS-CoV-2, un ruolo fondamentale è svolto certamente dalle mascherine anche se è opportuno ribadire che non tutte le mascherine offrono lo stesso tipo di protezione.

Le mascherine chirurgiche, ad esempio, sono state ideate per garantire una ‘protezione in uscita’: hanno, quindi, una capacità di filtrare le particelle verso l’interno del 20% e una capacità filtrante verso l’esterno pari al 95%.

Nel caso di mascherine senza valvola come le FFP2 o le KN95, invece, si ha una duplice protezione valida sia in entrata che in uscita: la capacità filtrante, infatti, è del 94% per le FFP2 e del 95% per le KN95.

Infine, le FFP3 e le N95, indossate dagli operatori sanitari, presentano una capacità filtrante delle particelle del 99% sia in entrata che in uscita, anche quando sono sprovviste di valvola.