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Covid, ci sono differenze di sintomi con la variante inglese?

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Ci sono differenze tra i sintomi della variante inglese rispetto a quella del Covid-19 che già tutti conosciamo?

Ci sono differenze tra i sintomi della variante inglese e quelli che già tutti conosciamo riguardo il ceppo originale? Alla domanda ha risposto uno studio inglese pubblicato dall’Office Office for National Statistics

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I tipici sintomi del coronavirus ormai li conosciamo a memoria: mal di testa, spossatezza, mal di gola, febbre, dolori muscolari, perdita di gusto e olfatto, problemi respiratori. E sappiamo che possono comparire uno o più di questi sintomi o nessuno di essi (casi asintomatici).

Rispetto alla variante inglese che sappiamo essere più contagiosa ci sono differenze nei sintomi rispetto al ceppo originale? Come sappiamo, già alcuni casi di questa variante del Covid-19 sono stati segnalati in Italia.

Lo studio dell’Office for National Statistics

A questa domanda ha tentato di rispondere uno studio pubblicato il 27 gennaio dall’Office for National Statistics. Analizzando i dati di migliaia di pazienti britannici positivi al coronavirus SARS-CoV-2 e sintomatici, gli scienziati hanno stilato una tabella dove si evidenziano le percentuali della differenza dei sintomi della variante inglese rispetto ad altri casi positivi.

La sua analisi copre un periodo di tempo compreso tra il 15 novembre 2020 e il 16 gennaio 2021.

Come si evince dalla tabella, le differenti percentuali dei sintomi sono davvero minime tanto che solo l’analisi genomica può dare la certezza di quale lignaggio si è contratto.