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Varianti Covid, come individuare l’infezione: il test del sequenziamento

Sequenziamento

Le varianti Covid circolano su territorio italiano in modo sempre più pressante e possono esser individuate soltanto con il test del sequenziamento.

In Italia, i casi di positività alle varianti del coronavirus continuano a salire: dopo i primi soggetti infettati dalla variante inglese, inizia a circolare con sempre maggior frequenza anche la variante brasiliana. A questo proposito, è possibile osservare come la diffusione delle mutazioni del SARS-CoV-2, in considerazione dell’incremento dei casi in ambito scolastico, stia circolando con estrema facilità tra gli strati di popolazione più giovane, sinora meno compromessi dal Covid. In questo contesto, quindi, aumentano non solo i comuni relegati in zona rossa ma anche le scuole per le quali vengono disposte chiusure e ritorno delle lezioni in DAD.

Varianti Covid, come individuare l’infezione: il test del sequenziamento

In relazione all’espansione delle varianti Covid, un aspetto particolarmente utile da comprendere riguarda le modalità attraverso le quali un soggetto infetto può scoprire di aver contratto la forma non mutata del virus o una delle varianti attualmente esistenti.

Per chiarire questo argomento, il virologo Fabrizio Pregliasco, afferente all’Università di Milano e direttore sanitario dell’IRCCS Galeazzi di Milano, ha spiegato: «Per ora si procede con il sequenziamento: si tratta di un’indagine di secondo livello che viene fatta a campione su criteri individuati dall’ISS. Innanzitutto, si procede in base alla casistica legata al territorio. È un’operazione complessa che viene effettuata tramite macchinari costosi. Con il tempo sarà più semplice avere questi test a disposizione: si sta incrementando la disponibilità di test molecolari che possano evidenziare questa di fferenza. Per ora si procede a campione, sulla percentuale di casi positivi riscontrati nei giorni precedenti».

L’unico modo per verificare se si è infetti da una variante Covid, dunque, consiste nel sottoporti al test altamente specialistico del sequenziamento, capace di analizzare il genoma del virus ma non reso ancora disponibile al pubblico.

Il ruolo dei laboratori delle Regioni

Lo studio e l’individuazione delle varianti rappresentano procedure compiute esclusivamente dai laboratori delle Regioni che hanno come obiettivo quello sottoporre al test del sequenziamento un minimo di 500 campioni a settimana, scelti in modo casuale. Per l’analisi, i laboratori regionali selezionano i soggetti già vaccinati che, tuttavia, dopo il vaccino hanno contratto il SARS-CoV-2, seguiti da coloro che vivono in contesti ad alto rischio di infezione come ospedali o individui provenienti da Paesi particolarmente compromessi dalla pandemia.

In merito alle indagini condotte sulle varianti, l’Istituto Superiore di Sanità ha invitato i laboratori delle Regioni e delle Province autonome a individuare sottocampioni relativi a pazienti positivi da sottoporre al sequenziamento per isolare la variante inglese. In un secondo momento, poi, si passerà alla ricerca della variante brasiliana e sudafricana.