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Salute: giungla acque in bottiglia, nutrizionisti 'conoscerle per non sbagliare'

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Roma, 8 giu. (Adnkronos Salute) - Tante qualità ed etichette, caratteristiche chimiche e proprietà. Il mondo delle acque in bottiglia può essere una 'giungla' per il consumatore perché non sono tutte uguali. "Le distinzioni grossolane sono tra acqua gassata...

Roma, 8 giu. (Adnkronos Salute) – Tante qualità ed etichette, caratteristiche chimiche e proprietà. Il mondo delle acque in bottiglia può essere una 'giungla' per il consumatore perché non sono tutte uguali. "Le distinzioni grossolane sono tra acqua gassata o frizzante, a seconda della presenza o meno di anidride carbonica, e tra acqua di rubinetto e acque minerali. Se il consumo di acqua frizzante può talvolta essere utile dopo pasti molto abbondanti, il suo impiego è assolutamente sconsigliato dal punto di vista salutistico e nutrizionale, in quanto il gas sprigionato porta alla dilatazione delle pareti gastriche, aumentando così il limite di contenimento gastrico e l’acidità dell’acqua". Così all'Adnkronos Salute l'immunologo Mauro Minelli, docente di dietetica e nutrizione umana all'Università Lum di Bari, affiancato dalle biologhe nutrizioniste Dominga Maio e Ilaria Vergallo.

"La scelta di consumare acqua del rubinetto è, invece, una scelta ecosostenibile ma, nonostante sia microbiologicamente sicura, ha caratteristiche chimiche ed organolettiche che dipendono dall’acquedotto e quindi variano significativamente tra Comune e Comune – afferma Minelli – L‘acqua minerale naturale appartiene ad una vasta gamma di acque, ben note da un punto di vista chimico, che si distinguono a seconda della conducibilità elettrica, del pH, della durezza data dal contenuto di carbonati di calcio e magnesio, della presenza di nitrati e a seconda del quantitativo di sali minerali disciolti, il cosiddetto residuo fisso"

Se si volesse fare, poi, una distinzione più approfondita, "si dovrebbe più propriamente tenere conto di quanto un’acqua sia ricca di minerali in essa disciolti, ciò che consentirebbe di classificare le acque in 'oligominerali' e 'minerali' – ricordano Dominga Maio e Ilaria Vergallo – Le prime sono considerate ottime acque da tavola per il contenuto dei sali minerali che non supera i 500 mg/L e, dunque, adatte per essere bevute quotidianamente. Delle seconde invece, avendo un residuo fisso abbastanza consistente compreso tra 500 e 1500 mg/l, non è consigliabile bere più di 1 litro durante il giorno, alternandole semmai con una oligominerale. Ci sono poi acque ricche di minerali con un residuo fisso superiore a 1500 mg/l che, come tali, devono essere bevute solo ed esclusivamente a scopo curativo e sotto indicazione medica (ad esempio le acque termali)". (segue)