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Salutequità: "In Manovra poca attenzione a personale, liste d'attesa e cronicità"

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(Adnkronos Salute) - "La legge di Bilancio dedica troppo poco spazio al capitale umano del nostro Ssn, non si occupa di liste di attesa e recupero delle cure mancate, oltre al fatto di non aver previsto alcun finanziamento per l’aggiornamento e l’attuazione del Piano nazionale dell...

(Adnkronos Salute) – "La legge di Bilancio dedica troppo poco spazio al capitale umano del nostro Ssn, non si occupa di liste di attesa e recupero delle cure mancate, oltre al fatto di non aver previsto alcun finanziamento per l’aggiornamento e l’attuazione del Piano nazionale della cronicità, strumento fondamentale per far fronte alla presa in carico della cronicità nelle more della realizzazione del Pnrr e del Dm 77”. Così Tonino Aceti, presidente di Salutequità, intervenendo alla presentazione delle ultime analisi e proposte dell'Osservatorio permanente assistenza pazienti non-Covid. Focus su cronicità, illustrate nel corso di un incontro con i rappresentanti della politica nazionale e i principali stakeholder del Ssn, realizzato con il contributo non condizionato di Ucb, Bristol Myers Squibb, Gruppo Menarini, Sanofi e Beigene  

Su Pnrr e Riforma dell’assistenza territoriale, Aceti non ha dubbi: “Se manca il necessario personale, adeguatamente formato e retribuito e con le necessarie e riconosciute responsabilità, c’è il rischio dell’effetto boomerang – avverte – per i cittadini che, non trovando i servizi promessi e programmati, si vedranno costretti a ritornare negli ospedali con meno personale, quest’ultimo stremato dalle condizioni di lavoro”.

"È ovvio che la prima necessità, arrivati a questo punto è di superare definitivamente il tetto di spesa del personale sanitario – ragiona Aceti – al fine di finanziare adeguatamente gli standard del personale che vanno anch’essi definiti e approvati velocemente, superare le attuali difficoltà di reclutamento e fare fronte al turn over crescente legato ai blocchi subiti dal sistema negli ultimi dieci anni sia nell’ambito territoriale che ospedaliero”. Tutto questo “secondo parametri di valorizzazione professionale, economica e di benessere organizzativo dei professionisti, fattori che contribuiscono a migliorare l’attrattività del lavoro del Servizio sanitario nazionale e una maggiore qualità dell’assistenza, altrimenti in serio rischio", conclude.