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Salvare il Ponte Morandi? le proposte alternative

Ponte Morandi

A due settimane dal crollo del Ponte Morandi, arriva la proposta alternativa dell'Inarch: non demolirlo, ma ricostruire sopra a ciò che resta.

Dopo il drammatico crollo del Ponte Morandi a Genova, del 14 agosto, pensare alla ricostruzione è di vitale importanza. Ed è proprio su questo aspetto che si è focalizzata l’attenzione dell’Inarch, l’Istituto Nazionale di Architettura, che ha scritto una lettera indirizzata al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli, al presidente della regione Liguria Giovanni Toti e al sindaco della città di Genova Marco Bucci. La lettera contiene una proposta per la ricostruzione in netto contrasto con quelle proposte sinora: l’Inarch infatti suggerisce di non abbattere il ponte, ma di ricostruire su ciò che ad ora resta.

Ponte Morandi: proposta Inarch per ricostruzione

Dopo il dramma, il Ponte Morandi continua a far parlare di sé. Questa volta ad entrare nel merito è l’Inarch, l’Istituto Nazionale di Architettura, che in una lettera rivolta al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Toninelli, al sindaco di Genova Bucci e al governatore della Liguria Toti ha avanzato un’idea alternativa a quella della demolizione del ponte e della ricostruzione completa. In estrema sintesi, l’istituto propone di non abbattere ciò che resta della struttura, ma di ricostruire proprio partendo da lì.

Secondo gli architetti responsabili della proposta, a due settimane dal disastroso crollo del Ponte Morandi, l’unica ipotesi ad ora presa in considerazione per ripristinare questo snodo fondamentale non solo per la viabilità della città di Genova, ma anche per tutto il traffico nazionale, è quello dell’abbattimento e della ricostruzione ex novo.

La lettera dell’Inarch

Nella lettera si legge che, sebbene siano state fatte dichiarazioni e appelli per cercare soluzioni più efficaci e culturalmente più adeguate, la sola ipotesi che continua ad essere vagliata resta quella di demolire ciò che resta della struttura crollata per realizzarne un’altra, mentre sarebbe auspicabile approfondire anche un’ipotesi alternativa, che preveda un restauro e una reintegrazione dell’imponente opera che è il Ponte Morandi.

Secondo gli architetti, potrebbe essere possibile anche percorrere una strada alternativa a quella della ricostruzione, ovvero quella del consolidamento della struttura rimasta ancora in piedi. Ai resti del Ponte Morandi, quindi, se ne appoggerebbe uno nuovo, perfettamente in linea con i canoni dell’architettura attuale.

Una proposta alternativa

Si tratterebbe di un’idea fondata sui più avanzi criteri metodologici e di costruzione messi a punto nel nostro paese, gli stessi che vengono già utilizzati come guida per la realizzazione di interventi di salvaguardia dei beni culturali non solo a livello nazionale, ma anche in contesti internazionali. In questo modo, sarebbe possibile attuare una semplificazione delle procedure, uno snellimento dei tempi di costruzione, una riduzione dei costi e, infine, anche la salvaguarda di un’opera eccezionale, quasi un simbolo per la città di Genova.

La proposta dell’Inarch, in ogni caso, si inserisce sulla scia di altre soluzioni alternative, avanzate anche da figure internazionali di altissimo rilievo, come Renzo Piano, che in un incontro con il sindaco Bucci ed il governatore Toti ha esposto la sua idea di ricostruzione.