Dietrofront del Tribunale su Salvatore Parolisi. Niente più permessi premio per uscire dal carcere per l’ex militare condannato in via definitiva per l’omicidio della moglie Melania Rea, uccisa con trentacinque coltellate nel 2011 nel Teramano.
La decisione del Tribunale
A seguito delle parole pronunciate da Parolisi ai microfoni di Chi l’ha visto? – che lasciano trapelare la rassegnazione di chi è «stato ingiustamente condannato» – i giudici ritengono che l’uomo non abbia «compreso il significato e la valenza dei permessi premio che, con la loro funzione pedagogico-propulsiva hanno l’obiettivo di accompagnare il condannato in un percorso di reinserimento e riabilitazione sociale graduale e concreto».
Il contenuto dell’intervista
Dietro lo stop ai permessi c’è quindi l'”accusa” di una svalutazione del processo da parte dell’ex miliare, venuta fuori attraverso «gravi esternazioni e assenza di consapevolezza». Ecco di seguito le sue parole:
«L’ho sempre detto anche al giudice, da uomo, da militare e da padre: datemi l’ergastolo e buttate la chiave se sono stato io, se ho fatto una cosa del genere e me lo provate. Perché a me non l’hanno mai provato. […] Non si vive per inerzia, la vita è fatta di tanti valori e l’amore ti fa andare avanti. Per me il matrimonio era la realizzazione di un sogno. Ma la verità è che non potevo stare neanche con mia moglie a letto. Quando tornavo a casa spesso la madre dormiva con lei, litigavamo anche al telefono perché lei non veniva da me. Non l’avrei mai tradita, il primo anno ad Ascoli rigavo dritto, ma ho avuto la delusione di non avere un rapporto con lei».