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Salvini: Macron taccia, la Francia ha respinto 40000 persone

matteo salvini

Nuove dichiarazioni di Salvini che attacca Macron: Da inizio 2017 la Francia ha respinto più di 40000 immigrati, altro che solidarietà e accoglienza.

Nuove dichiarazioni di Salvini proseguono il suo personale scontro con Macron. “Da inizio 2017 la Francia ha respinto più di 40000 immigrati alle frontiere con l’Italia, altro che solidarietà e accoglienza”.

L’attacco di Salvini

Così il ministro dell’interno attacca il presidente francese, che prosegue: “ abbia il buon gusto di tacere e non dare lezioni agli italiani. Sono stati respinti anche donne e bambini. Sarebbe questa l’Europa accogliente e solidale di cui parlano Macron e i buonisti?”
Un nuovo affondo del ministro nei confronti nel presidente Macron, che prosegue così le polemiche che negli ultimi giorni hanno visto contrapporsi i due.
Salvini prosegue invitando quello che definisce “l’ipocrita presidente francese” a riaprire i confini e accogliere le migliaia di rifugiati che aveva promesso di prendere.

Il ministro torna sul caso Diciotti

Il ministro torna poi sul caso Diciotti, e spiega di aver preso direttamente contatti con la CEI, oltre che con Irlanda e Albania, perchè “per l’ennesima volta l’Europa si è girata dall’altra parte”, costringendo quindi il governo a cercare un aiuto esterno all’Unione Europea.

Il piano della Commissione del 2015

E mentre è sicuramente necessario avviare dei nuovi programmi di ricollocamento dei migranti a livello europeo, è altrettanto necessario sottolineare come il piano di ricollocamento dei rifugiati studiato dalla commissione europea nel 2015, e terminato nel 2017 non abbia funzionato come previsto. Questo fondamentalmente a causa della mutazione dei flussi e quindi dal conseguente cambiamento dei paesi di origine dei migranti.

Nel 2015 si era infatti discusso di un primo programma di ricollocamento dei migranti arrivati in Italia, Grecia e Ungheria. La Commissione Europea aveva proposto un piano, accettato dal Consiglio, che prevedeva una risposta comune al problema migratorio.

Il problema Italiano

Problema per l’Italia era che sulle sue coste arrivavano persone che avevano poche possibilità di essere iscritte al programma, perché per potervi accedere era necessario provenire da Siria, Iraq ed Eritrea. E pochissimi di coloro che sbarcavano qui provenivano da quelle zone. Comunque il piano della Commissione prevedeva la ricollocazione di un numero variabile di persone, sulla base di fattori quali Pil, popolazione, numero di richiedenti accettati nei quattro anni precedenti e tasso di disoccupazione.

Una soluzione di condivisione

Bisogna però anche sottolineare che alcuni paesi, nell’ambito del piano abbiano accettato più migranti di quanto non fosse in esso prestabilito: la Finlandia ha accettato da Grecia e Italia 1.981 persone, oltre tre volte il numero su cui ci si era accordati. La Germania 10.265, un quinto in più. La Lettonia 321, cinque volte tanto. Quindi nonostante i numeri siano di molto inferiori a quelli che erano previsti nei piani iniziali, bisogna constatare che il 94.1% delle persone inserite nel programma è stata effettivamente ricollocata.

La lentezza anche una responsabilità italiana

La Commissione aveva inoltre segnalato che una parte di responsabilità nella lentezza dei ricollocamenti era dell’amministrazione italiana, perché di 7000 persone che avrebbero potuto entrare nel programma a causa di lentezze amministrative se ne erano inseriti solo 4.000.

Il piano terminato nel 2017

Comunque il piano, terminato nel 2017, non è stato rinnovato, rimandando la soluzione del problema ad un futuro accordo che avrebbe dovuto rivedere il trattato di Dublino.
Al 10 Gennaio 2018 i dati ci dicono che grazie al programma sono state ricollocate in 24 paesi 33.183 persone. Di queste 21.716 erano provenienti dalla Grecia, e 11.467 dall’Italia. Di queste circa un terzo del totale sono state accolte dalla Germania, con la Francia al secondo posto, con 4.859 persone.

La mossa successiva del Parlamento Europeo

A questo riguardo bisogna però anche segnalare che il Parlamento Europeo aveva a Novembre del 2017 approvato una bozza di riforma del trattato. Una riforma che avrebbe abbandonato il criterio del primo paese di ingresso – e introdotto un meccanismo di quote obbligatorio – ma che è stato rifiutato dai due partiti di governo del nostro paese, la Lega di Salvini e il Movimento 5 Stelle, che nel corso della votazione si sono rispettivamente astenuti e opposti.
Di conseguenza la bozza del piano di riforma è passata al Consiglio Europeo, organo di rappresentanza dei singoli governi membri dell’Unione, dove è stato affossato dai paesi dell’est Europa, fermamente decisi a non voler offrire alcuna solidarietà in materia di migranti.