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Vade retro Salvini: la dura copertina di Famiglia Cristiana

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Le reazioni del ministro Salvini dopo che la copertina di Famiglia Cristiana lo associa al demonio. "Cattivo gusto, non credo di meritarlo".

“Vade retro Salvini”: così titola la copertina di Famiglia Cristiana, in un numero contenente un’inchiesta sull’emergenza migranti. Una inchiesta che secondo la direzione del settimanale non vuole esprimere una posizione ideologica, o un attacco personale, ma fare il punto sull’impegno della chiesa italiana contro “certi toni sprezzanti e non evangelici”

La posizione di Famiglia Cristiana

Dopo l’ennesima tragedia in mare, che porta il bilancio delle vittime accertate a 1.490, il giornale di orientamento cattolico propone quindi un serie di editoriali, di punti di vista e di testimonianze di quelle che sono le iniziative del mondo cattolico poste a tutela dei migranti.
Famiglia Cristiana fa quindi sue le parole pronunciate dal Cardinale Bassetti l’11 luglio a Firenze, quando ha affermato che cercare di lottare per la tutela dei più deboli non è per la chiesa una questione ideologica o di schieramento politico.

“L’affermazione del pensiero della chiesa”

Si tratta infatti secondo il giornale di “riaffermare il pensiero della chiesa, che è quello contenuto nella parabola del buon samaritano. La logica del cristianesimo è quella di prendersi cura”.
L’inchiesta viene introdotta dalle riflessioni della Cei, che indica chiaramente quale ruolo ritiene debba avere la chiesa in questo particolare momento storico: “come pastori non pretendiamo di offrire soluzioni a buon mercato. Rispetto a quanto accade non intendiamo, però, né volgere lo sguardo altrove, né far nostre parole sprezzanti e atteggiamenti aggressivi. Non possiamo lasciare che inquietudini e paure condizionino le nostre scelte, determino le nostre risposte, alimentino un clima di diffidenza e disprezzo, di rabbia e rifiuto”.

Una posizione che per quanto non ideologica è destinata a scontrarsi con le politiche sostenute dall’attuale ministro dell’interno, Matteo Salvini, che nella copertina viene eletto quasi a simbolo di un modo di affrontare il problema migratorio che la chiesa ritiene lontano di valori cristiani, e che va per questo rifiutato.

La risposta di Salvini

Non si fa attendere la risposta di Matteo Salvini, secondo il quale la scelta dell’associazione tra lui e il demonio, così come appare sulla copertina incriminata esprime un pessimo gusto. “L’accostamento a Satana mi sembra di pessimo gusto”, dice all’Ansa il vicepremier leghista a margine di un’audizione al Senato. E prosegue dicendo che “non pretendo di dare lezioni a nessuno, sono l’ultimo dei buoni cristiani, ma non penso di meritare tanto”.
Racconta poi di ricevere nel quotidiano il sostegno di tante donne e uomini di chiesa, che sono consapevoli di “dover accogliere, nella misura del possibile”.

Il rifiuto delle accuse

Il ministro rimanda quindi le accuse al mittente, aprendo una polemica con la redazione del giornale: ”Chi fa quella copertina vada all’Espresso o a la Repubblica, da loro me l’aspetto ma non da Famiglia Cristiana”. Ministro che quindi chiede il rispetto dovuto a chi sta lavorando per cercare di risolvere quello che definisce un problema fondamentale, quale è secondo lui il fenomeno migratorio.

Ma non si fa attendere la risposta della direzione del giornale, secondo cui il vicepremier Salvini ha un’idea piuttosto “personale” del Vangelo. “Tutti, secondo la parola di Dio, saremo giudicati sulla carità verso il prossimo. Non è nostro compito d’altronde dare lezioni di buon gusto, ma informare sulla verità , fatti mai separati dai valori cristiani, come recita il sottotitolo della nostra testata”. E intanto anche Sergio Mattarella, in occasione degli 80 anni dalla pubblicazione sul “Giornale d’Italia” del manifesto della razza, esprime “preoccupazione per il veleno del razzismo, che continua ad insediarsi nelle fratture della società”.

Una nuova linea di frattura con il mondo cattolico?

Si apre quindi una nuova linea di frattura tra il Ministro e il mondo cattolico, nonostante il recente tentativo di approccio all’elettorato cattolico della Lega. Tre giorni dopo l’insediamento del parlamento infatti Barbara Saltamartini ha depositato alla camera un disegno di legge che prevede l’obbligo di esposizione in un luogo elevato e ben visibile l’immagine del crocefisso in tutti gli uffici pubblici italiani.

Un disegno di legge firmato anche dal vice ministro per il Sud Giuseppina Castiello, dal segretario della Lega Lombarda Paolo Grimoldi e dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Guido Guidesi, che prevede ammende da 500 a 1000 euro per chi dovesse rimuoverlo.

Una proposta divisiva

Una proposta che ha creato polemica tra chi in una simile proposta vede violata la laicità delle istituzioni, e chi invece condivide l’idea. Idea che però non riceve molto sostegno dagli ambienti ecclesiastici, e che – tra gli altri – viene attaccata dal direttore di Civiltà Cattolica che spiega così su twitter la sua avversione al disegno di legge: “Usare il crocifisso come un BigJim qualunque è blasfemo. La croce è segno di protesta contro peccato, violenza, ingiustizia e morte. Non è MAI un segno identitario. Grida l’amore al nemico e l’accoglienza incondizionata. È l’abbraccio di Dio senza difese. Giù le mani”.