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Salvini indagato: ci metto un attimo a prendermi l'Italia

Salvini

Matteo Salvini alla notizia di essere indagato per il caso della nave Diciotti avverte: "Se andiamo al voto ci metto un attimo a prendermi l'Italia".

Dopo essere stato iscritto formalmente nel registro degli indagati dalla procura di Agrigento per il caso della nave Diciotti, Matteo Salvini evoca lo spettro delle elezioni anticipate ed afferma: “Ci metto un attimo a prendermi l’Italia e diventare presidente del Consiglio”. Riguardo all’indagine nei confronti del ministro dell’Interno, il MoVimento 5 Stelle diventa però garantista. Luigi Di Maio chiarisce che non chiederà le dimissioni di Salvini perché “è solo un atto dovuto”.

Salvini: vado al voto e mi prendo l’Italia

“Ci metto un attimo a portare tutti ad elezioni e diventare presidente del Consiglio” avrebbe affermato Matteo Salvini nel corso di un comizio della Lega a Pinzolo, in provincia di Trento. E’ stata questa infatti la prima reazione del ministro dell’Interno alla notizia di essere ufficialmente indagato dalla procura di Agrigento per il caso della nave Diciotti. “Se andiamo a votare mi prendo l’Italia” avrebbe aggiunto quindi il vicepremier.

“E’ incredibile vivere in un paese dove dieci giorni fa è crollato un ponte sotto il quale sono morte 43 persone dove non c’è un indagato e indagano un ministro che salvaguardia la sicurezza di questo Paese. È una vergogna” ha quindi tuonato Salvini. “Essere indagato per difendere i diritti degli italiani è una vergogna” ha poi aggiunto.

Il leader leghista ha infine invitato il procuratore di Agrigento a Pinzolo. “Spero che mi stia guardando. – dice nel corso della diretta Facebook – Aspetto un procuratore che invece di indagare un ministro indaghi i trafficanti di essere umani”. “Non mi ferma un procuratore, gli italiani sono con me” si dice certo Salvini.

Di Maio: indagato? Non deve dimettersi

Matteo Salvini evoca elezioni anticipate perché, essendo al governo con il MoVimento 5 Stelle, potrebbero arrivargli presto inviti a dimettersi. Stavolta però i pentastellati sembrano essere più garantisti del solito. In una intervista a La Stampa Luigi Di Maio ha infatti chiarito che quello della procura di Agrigento è solo “un atto dovuto” perché “le decisioni prese a proposito della Diciotti facevano capo al Viminale. Ma le scelte del governo sono state condivise”.

“Inoltre mi lasci dire che c’è una bella differenza tra un politico indagato per un atto dovuto perché fa l’interesse della nazione ed eletti del PD indagati per corruzione, concussione e istigazione a delinquere. – puntualizza il vicepremier a 5 Stelle – Quando sarà il momento lo spiegheremo ai giudici con i quali non ci vogliamo certamente mettere in contrapposizione”.

Queste infatti, assicura, “sono logiche del passato che non ci appartengono e dalle quali prendiamo le distanze. È giusto e normale che i giudici facciano serenamente il loro lavoro”. Di Maio precisa quindi che “di fronte agli atti dovuti ci siamo sempre comportati così. Con Raggi, con Appendino e con Nogarin”. Per il leader del M5S infatti la soluzione trovata per il caso della nave Diciotti, con parte dei migranti divisi tra Irlanda e Albania, è stata infatti “un chiaro segnale al mondo per dire che l’Italia fa sul serio sulla redistribuzione. – concludendo – E i giorni passati per risolvere il caso sono serviti a trovare la soluzione migliore per chi era a bordo”.