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Roberto Saviano: Salvini mi toglie scorta? Parole da mafioso

Salvini Saviano

Matteo Salvini annuncia che sarà valutato il mantenimento della scorta a Roberto Saviano. Lo scrittore replica.

Dopo gli immigrati e i Rom Matteo Salvini sembra prendersela con Roberto Saviano. Lo scrittore, difatti, è una delle voci più critiche sull’operato del ministro dell’Interno. Saviano è intervenuto sul caso Aquarius e sul censimento dei nomadi, denunciando come Salvini sembri “un adolescente che usa parolacce al solo scopo di provocare” e “un’immagine di padre a protezione del suo essere inumano”. Il ministro dell’Interno annuncia quindi che le istituzioni competenti “valuteranno se mantenere la scorta” allo scrittore.

Saviano: Salvini al Ministero della Crudeltà

Roberto Saviano è sempre più critico sull’operato di Matteo Salvini. Lo scrittore ribatte infatti quasi giornalmente alle uscite del neo ministro dell’Interno. Pochi giorni fa, per esempio, nel corso di una puntata di DiMartedì aveva spiegato: “Quando Matteo Salvini parla dei famosi 5 miliardi di euro spesi per tutte le attività di gestione del flusso dei migranti (salvataggio in mare, pattugliamento delle frontiere, accoglienza, istruzione), fa credere che questi 5 miliardi potrebbero essere spesi in altro modo, per i bisogni degli italiani. Ma non è vero!”.

“L’Italia – sottolinea – può scorporare dal bilancio questi 5 miliardi se li spende per i rifugiati: solo così questi soldi non vanno a pesare sul rapporto deficit-Pil, solo così non vanno a pesare sul debito italiano”. Lo scrittore era poi entrato pesantemente nel dibattito sul censimento dei Rom, definito un “abominio”. “Come era evidente, l’incapacità e la vuota ambizione in politica possono condurre le nazioni al disastro, ed è quello che sta accadendo all’Italia” ha avvertito Saviano.

“Non esiste più un Ministero degli Interni, ma un nuovo dicastero: quello della Crudeltà” denunciava quindi su Facebook. Poi un nuovo attacco: “Tutti abbiamo capito che la comunicazione di Matteo Salvini è alla costante ricerca di amplificazioni, anche quando subisce una netta opposizione, che per lui è carburante”.

Saviano: Salvini peggio di Berlusconi

Ai microfoni di Circo Massimo su Radio Capital, Roberto Saviano specifica ancora: “Il gioco di Salvini è chiaro: lui è convinto dai numeri sui social, dal consenso che ha per strada che più alza la posta della sua provocazione e più aumentano i voti. Cerca carburante da questo continuo tentativo di scandalizzare, di puntare sul politicamente scorretto”.

Lo scrittore non usa mezzi termini: “Sembra un adolescente che usa parolacce al solo scopo di provocare. Utilizza un’immagine di padre a protezione del suo essere inumano. – aggiungendo – Il messaggio che vuole trasmettere è questo: si può essere crudeli e violentissimi nei toni e buon padre allo stesso tempo”.

“Neanche Berlusconi – aveva aggiunto su Facebook – era giunto a tanto quando giurò sui propri figli per una mera finalità privatistica e non, come sta facendo Salvini ora, per suggerire che togliere diritti e libertà è cosa buona e giusta”.

Salvini: valuteremo se tenergli la scorta

Per Matteo Salvini, quindi, quella di Roberto Saviano è una voce molto scomoda. Ecco perché quanto dichiarato ai microfoni di Agorà è sembrata ad alcuni una velata minaccia rivolta allo scrittore. Rispondendo ad una domanda sulla scorta a Roberto Saviano, il ministro dell’Interno infatti ha affermato: “Saranno le istituzioni competenti a valutare se corra qualche rischio, anche perché mi pare che passi molto tempo all’estero”.

Quindi ha aggiunto: “Valuteranno come si spendono i soldi degli italiani”. Roberto Saviano è sotto scorta dal 2006, a seguito della pubblicazione del suo primo best seller “Gomorra”. Lo scrittore infatti ha ricevuto alcune minacce di morte da parte dei clan camorristici da lui denunciati nel libro.

La replica di Minniti

Il primo a prendere le distanze dalle dichiarazioni di Matteo Salvini è l’ex ministro dell’Interno Marco Minniti. “Le scorte non assegnano né si tolgono in tv. – chiarisce – Questi dispositivi di sicurezza per la tutela e la protezione delle persone esposte a particolari situazioni di rischio seguono delle procedure rigorose e trasparenti, che coinvolgono vari livelli istituzionali, e sono state rafforzate dopo l’omicidio Biagi”.

Il PD contro Salvini

Dure le critiche anche dai parlamentari del Partito Democratico. “Le parole di Salvini su Saviano non ci meravigliano. Non siate sorpresi, non ci saranno più limiti” avverte in una nota Emanuele Fiano, della presidenza del Gruppo PD alla Camera. “In un Paese che ha dovuto piangere l’assassinio del prof. Biagi da parte delle BR e sulla cui drammatica mancata scorta tutti ricordiamo la vicenda, un ministro dell’Interno dovrebbe avere timore e rispetto prima di parlare di cose che non gli competono, prima di lasciare intendere sue scelte soggettive sulla scorta di una persona minacciata come Saviano, a cui va la nostra solidarietà” puntualizza.

“Prima di lasciar intendere che lui decide al di là delle norme. – prosegue – Ma questo non è che l’inizio. Salvini considera ormai il governo e lo Stato cosa sua. E questo è il pericolo maggiore che abbiamo di fronte. Ed è la fotografia più emblematica di cosa sia oggi il populismo di destra della Lega”. Duro anche il commento del vice presidente della Camera Ettore Rosato: “Salvini continua ad interpretare il ruolo di ministro in modo arrogante e per le sue campagne personali. – ricordando – La scorta a Saviano, come lui stesso raccontò, non è una concessione ma la protezione che lo Stato deve garantire a chi minacciato per avere combattuto mafia e camorra”.

Saviano: quelle di Salvini parole da mafioso

“Vivere sotto scorta è una tragedia e l’Italia è il Paese occidentale con più giornalisti sotto scorta perché ha le organizzazioni criminali più potenti e pericolose del mondo. Eppure, nonostante questo, invece di liberare dai rischi i giornalisti sotto protezione, Matteo Salvini, ministro degli Interni, li minaccia” denuncia su Facebook Roberto Saviano, replicando nel tardo pomeriggio alle dichiarazioni del leader della Lega. “Le parole pesano, e le parole del Ministro della Malavita, eletto a Rosarno (in Calabria) con i voti di chi muore per ‘ndrangheta, sono parole da mafioso.- afferma quindi lo scrittore – Le mafie minacciano. Salvini minaccia”.

“Il 17 marzo, subito dopo le elezioni, Matteo Salvini ha tenuto un comizio a Rosarno. – ricorda quindi – Seduti, tra le prime file, c’erano uomini della cosca Bellocco e persone imparentate con i Pesce. E Salvini cosa fa? Dice questo: ‘Per cosa è conosciuta Rosarno? Per la baraccopoli’. Perché il problema di Rosarno è la baraccopoli e non la ‘ndrangheta”.

“Fiero di essere un bersaglio”

“Matteo Salvini è alla costante ricerca di un diversivo e attacca i migranti, i Rom e poi me perché è a capo di un partito di ladri: quasi 50 milioni di euro di rimborsi elettorali rubati. – denuncia ancora Saviano – Parla di tutto e se la prende con gli ultimi perché le persone non devono sapere che il suo partito ha rubato allo Stato milioni e milioni di euro. Parla alla rabbia di persone ignare che non sanno che i primi obiettivi di quegli imbrogli sono loro”.

“Eppure, il Ministro della Malavita, – insiste lo scrittore – prendendomi come suo bersaglio, mi restituisce alla parte cui appartengo”. “Salvini ha scelto i suoi nemici: – spiega – gli italiani del Sud, italiani di cui non si occupa e di cui non si occuperà mai, gli stranieri che vivono e lavorano in Italia, le ragazze e ragazzi nati in Italia da genitori stranieri, ragazzi che parlano italiano, ‘che amano italiano’. I suoi nemici sono i Rom”.

“E tra gli italiani dimenticati dalla politica e dalle istituzioni, tra gli stranieri indicati come bersagli da colpire, ci sono io” dichiara. “Salvini con le sue minacce mi ha restituito alla parte cui appartengo, mi ha restituito agli ultimi. Sono uno di loro, ed esserlo mi rende fiero” conclude quindi Saviano.