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Sanità: Gimbe, 'in Def resta cenerentola agenda politica'

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Roma, 18 apr. (Adnkronos Salute) - Sanità ancora una volta "cenerentola dell'agenda politica". Ma senza un cambio di passo "si rischia il collasso del Servizio sanitario nazionale". E' l'allarme lanciato dalla Fondazione Gimbe che analizza nel dettaglio il D...

Roma, 18 apr. (Adnkronos Salute) – Sanità ancora una volta "cenerentola dell'agenda politica". Ma senza un cambio di passo "si rischia il collasso del Servizio sanitario nazionale". E' l'allarme lanciato dalla Fondazione Gimbe che analizza nel dettaglio il Documento di economia e finanza approvato lo scorso 11 aprile dal Consiglio dei ministri e che certifica per l’anno 2022 una spesa sanitaria di 131.103 milioni di euro, inferiore di quasi 3 milioni rispetto ai 133.998 milioni di euro previsti dall'ultima 'Nota di aggiornamento Def' 2022.

Complessivamente, ribadisce l'analisi di Gimbe, "le stime del Def 2023 confermano che la sanità rimane la cenerentola dell’agenda politica per almeno tre ragioni. Innanzitutto, il rapporto spesa sanitaria/Pil scende dal 6,9% del 2022 al 6,2% nel 2026, un valore inferiore a quello del 2019 (6,4%), confermando che dalla pandemia non è stato tratto alcun insegnamento; in secondo luogo, nel triennio 2024-2026 il Def stima una crescita media annua del Pil nominale del 3,6%, a fronte dello 0,6% di quella della spesa sanitaria; infine, il Def 2023 non fa alcun cenno alle risorse necessarie per abolire gradualmente il tetto di spesa per il personale sanitario e per approvare il 'decreto tariffe' sulle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale e di protesica: due priorità assolute per rilanciare le politiche del capitale umano e garantire a tutti i 'nuovi' Livelli essenziali di assistenza e l’accesso alle innovazioni.

"Il Piano di rilancio del Servizio sanitario nazionale, recentemente elaborato dalla Fondazione Gimbe – conclude il presidente della Fondazione Nino Cartabellotta –rileva l’inderogabile necessità di aumentare il finanziamento pubblico per la sanità in maniera consistente e stabile, allineandolo entro il 2030 alla media dei paesi europei, al fine di garantire l’erogazione uniforme dei Lea, l’accesso equo alle innovazioni e il rilancio delle politiche del personale sanitario. Considerato che nel 2021 il gap con la media dei paesi europei era di quasi 12 miliardi di euro, il Def 2023 non ha affatto posto le basi per colmarlo. Al contrario prosegue con la strategia di definanziamento pubblico della sanità che aumenterà la distanza dalla media dei paesi europei e porterà al collasso del Ssn, compromettendo definitivamente il diritto costituzionale alla tutela della salute delle persone".