Linda Aveva chiesto a Claudio Baglioni di essere invitato a Sanremo, ma l’appello di Andrea Turnu, dj sardo affetto da Sla, è rimasto senza esito. Non solo. Non c’è stato nemmeno alcun cenno alla faccenda da parte del direttore artistico di questa edizione del Festival della canzone italiana. Andrea però, abituato a ben altre battaglie, non ci sta e rilancia. “Non mi hanno considerato, eppure gli autori ci hanno fatto sapere di aver ricevuto il mio appello. Dagli organizzatori del più grande spettacolo italiano mi aspettavo una certa attenzione verso temi sociali”.
La recriminazione di Dj Fammi arriva all’indomani del grande successo della prima serata del Festival. Dalle pagine di un grande quotidiano nazionale, Dj Fanny commenta: “Forse pensano solo al business che gira attorno allo show. Ora, in ogni caso, hanno una seconda possibilità per dimostrare di avere un po’ di cuore. Che devolvano una parte, anche minima, del loro cachet alla ricerca contro la Sla. Non ci facciano credere che di tutti noi malati non si preoccupano minimamente”.
L’intento di Andrea era proprio quello di portare all’attenzione di tutti la raccolta fondi di Dream Team. Si tratta nello specifico dell’associazione di cui Dj Fanny fa parte insieme a Paolo Palumbo, indirizzata a sostenere la ricerca contro le malattie neurodegenerative. Ci auguriamo che adesso Baglioni gli dia l’attenzione che merita a Sanremo.
Dj Fanny, inno alla vita
In comune con Dj Fabo, Andrea purtroppo ha più di una cosa. Anche lui ama la musica, ama far ballare, ridere e divertire la gente al suono del suo mixer. Come Dj Fabo, però, anche Dj Fanny è costretto a letto, immobile, incapace di ogni movimento. La Sla da circa 5 anni ha invaso ogni settore della vita di questo giovane di 30 anni, rivoluzionandogliela fino a condizionarla del tutto. Ma le somiglianze fra Andrea Turnu e Dj Fabo si fermano qui. Perché Dj Fanny, a differenza di Dj Fabo, non ha la minima intenzione di mollarla questa vita. Lungi da lui il pensiero del suicidio assistito, della sedazione profonda o, all’estremo, dell’eutanasia.
Anche se si dice contento del testamento biologico, rimane fedele al principio della libertà di scegliere cosa fare della propria esistenza. Lui, coraggiosamente, sceglie ogni giorno di viverla fino in fondo. Basta dare un’occhiata alla sua pagina Facebook per vederne il sorriso sornione che buca lo schermo, con gli occhi neri invitano a sorridere. I suoi occhi sono del resto l’unico strumento rimastogli per continuare a suonare la sua musica.
