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Sbarcati i migranti della Diciotti, scontro Salvini-Colle

I migranti scendono dalla Diciotti, nella foto pubblicata da Annamaria Furlan

Salvini esige il pugno di ferro contro gli "scafisti", Di Maio chiede di rispettare la decisione di Mattarella e di lasciar lavorare la magistratura.

I 67 migranti a bordo della nave Diciotti sono sbarcati a Trapani, al molo Ronciglio. Lo stallo che teneva l’imbarcazione al largo delle coste italiane da ore è stato risolto grazie all’intervento del presidente Mattarella, che ha ordinato l’attracco nonostante le resistenze del Viminale. Una delle donne a bordo è ferita a un piede e sarà condotta in ospedale insieme al figlio, mentre gli altri 65 passeggeri verranno trasferiti al Cie di contrada Milo.

I migranti a bordo

Tra i migranti salvati dalla Diciotti compaiono anche tre donne e due minori non accompagnati: si tratta di un ragazzo pakistano di 16 anni e di un egiziano di 17. Sono 23 i pakistani totali a bordo, compreso il minorenne; 12 sudanesi, 10 libici, 7 palestinesi, 2 egiziani, 4 marocchini e algerini; un migrante ciascuno da Ciad, Nepal, Yemen, Ghana e Bangladesh.

Le parole di Salvini

Si chiamano Ibrahim Bushara e Hamid Ibrahim i migranti accusati di aver minacciato l’equipaggio della Diciotti. I due sono stati scortati dalla polizia al momento dell’attracco. Attualmente sono accusati di violenza privata continuata ed aggravata contro comandante ed equipaggio e sono indagati in stato di libertà. Sulla loro sorte si è espresso il ministro dell’Interno Salvini, che in un post sulla propria pagina Facebook li ha indicati come “indagati, scafisti”. Per loro, annuncia ripetendo uno dei propri slogan, “è finita la pacchia”.

Il post di Salvini

Andrò fino in fondo fino a quando qualcuno non verrà assicurato alla giustizia“, ha garantito il leader della Lega ai microfoni dell’emittente radiofonica Rtl 102.5. “Farò di tutto per difendere la sicurezza degli italiani. Quello che sto facendo è bloccare partenze, sbarchi e morti”.

La risposta di Di Maio

Diversa è l’opinione del vicepremier Luigi Di Maio, che si è schierato dalla parte di Mattarella nello scontro aperto tra il Viminale e il Colle. “Io credo che se il presidente è intervenuto bisogna rispettare le sue decisioni“, ha dichiarato, ospite della trasmissione Agorà su Rai3. A chi gli chiede se ritiene che il ministro dell’Interno abbia esagerato, risponde con toni decisi: “Non me ne frega niente, la cosa importante è che con l’intervento del presidente si sia sbloccata la situazione”.

Ciò non toglie, aggiunge Di Maio, che se qualcuno dei migranti a bordo della Diciotti ha infranto la legge italiana deve pagare. Ma di questo se ne occuperà la magistratura competente, non il Viminale. “Io penso che abbia competenza la magistratura“, ha continuato il vicepremier, “ma deve esserci un messaggio chiaro. I cittadini si aspettano che la giustizia trionfi sempre e in questi casi bisogna accertare che le persone siano individuate e perseguite”.

Le dichiarazioni del sindaco

Giacomo Tranchida, sindaco di Trapani, ha definito l’odissea dei migranti come “una vicenda surreale, degna di una storia di Pirandello”. L’importante, ha aggiunto, è che “tutto è finito bene grazie anche all’intervento dei due presidenti”. Ai microfoni dei giornalisti che lo hanno intervistato durante la lunga attesa della nave, Tranchida ha sottolineato la necessità di aprire un fascicolo giudiziario e di indagare regolarmente sui due “facinorosi” prima di procedere all’arresto, esattamente come si procederebbe nel caso di un reato commesso da italiani.

“Io confermo il principio dell’accoglienza e dico che chi sbaglia paga. Vale per me, vale per te, vale anche per i nostri ospiti. Adesso però faccio sbarcare questi poveri Cristi che hanno bisogno di una prima assistenza”, ha dichiarato il sindaco.

Il primo cittadino ha poi criticato la linea del ministro Salvini, definendolo “un personaggio di una certa stazza, se la prenda con quelli più grossi di lui non con i migranti. I flussi non si governano con gli spot o inseguendo punti percentuali di consenso“.