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Sbarchi migranti, l'accusa dell'Onu: la collaborazione tra Ue e Libia è disumana

Sbarchi migranti

L'Onu ha attaccato duramente la politica europea e soprattutto italiana per quanto riguarda il delicato tema degli sbarchi dei migranti.

L’Onu ha attaccato duramente la politica europea e soprattutto italiana per quanto riguarda il delicato tema degli sbarchi migranti. In particolar modo, l’Alto commissario per i diritti umani, il principe giordano Zeid Raad al-Hussein, ha definito come “disumana” la collaborazione tra Unione Europea e Libia per la gestione dei flussi migratori dall’Africa. “La sofferenza dei migranti detenuti in Libia è un oltraggio alla coscienza dell’umanità”, ha poi aggiunto il funzionario dell’Onu all’interno di una nota.

Sbarchi migranti

Un duro attacco alla politica europea, soprattutto italiana, sugli sbarchi migranti è arrivato direttamente dall’Onu. In particolare, il principe giordano Zeid Raad al-Hussein, ovvero l’Alto commissario per i diritti umani, ha definito come “disumana” la collaborazione in atto tra Libia e Unione Europea. In una nota, infatti, il portavoce dell’Onu ha scritto: “La politica dell’Unione Europea di assistere la guardia costiera libica nell’intercettare e respingere i migranti nel mediterraneo è disumana”.

Successivamente, sempre all’interno della stessa nota, il principe ha aggiunto affermando che la sofferenza dei detenuti in Libia è un oltraggio alla coscienza dell’umanità. Non è la prima volta comunque che l’Onu si pronuncia per quanto riguarda il modo in cui la Libia tratta le persone che cercano di imbarcarsi verso l’Europa. Inoltre, l’Onu denuncia soprattutto le situazioni inaccettabili in cui i migranti vengono trattenuti nel Paese Nordafricano.

Infine, sempre nella stessa nota, il funzionario dell’Onu ha concluso in questo modo: “La comunità internazionale non può continuare a chiudere gli occhi davanti agli orrori inimmaginabili sopportati dai migranti in Libia e pretendere che la situazione non possa essere regolata che attraverso un miglioramento delle condizioni detentive”.

I dati

Secondo quanto riportato da fonti locali dell’Organizzazione internazionale dei migranti, sono circa quattrocentomila i profughi che sono contabilizzati dalle autorità di Tripoli. Ma, secondo alcune stime ufficiose confermate anche dall’intelligence italiana, quelli che sono rimasti imprigionati nel Paese, sarebbero tra gli ottocentomila e il milione. Dall’Oim, però, segnalano che i centri di detenzione sotto il controllo del governo e dei quattordici sindaci che si sono accordati con l’Italia per fermare le partenze sono in tutto una trentina. Al momento, vi sarebbero richiuse più di quindicimila persone. Ora però bisogna capire dove siano finite tutte le altre.

Secondo quanto riferito dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, il numero di migranti e rifugiati giunti in Europa via mare è salito a quota 154.609 dall’inizio dell’anno. Ma non solo. Un totale di 2.965 persone, infatti, hanno perso la vita in mare mentre tentavano di attraversare il Mediterraneo per raggiungere l’Europa. Questi ultimi dati rappresentano una sorta di inversione di tendenza, almeno momentanea, rispetto agli arrivi registrati negli ultimi mesi dalla Libia. In questo momento più che mai è difficile prevedere come andranno i flussi, almeno secondo quanto dichiarato Federico Soda, Direttore dell”Ufficio di Coordinamento dell’Oim. Soda ha anche spiegato che ci si sta avvicinando ad un periodo dell’anno in cui le condizioni meteorologiche sono sempre meno prevedibili e le condizioni del mare sono via via sempre più pericolose.