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Per aggirare i vincoli di tesseramento, aiutavano cittadini brasiliani a ottenere passaporti italiani, in cambio di denaro. In questo modo circa 300 calciatori, tra cui alcuni militanti nelle massime divisioni dei campionati italiano, francese e portoghese, hanno avuto la cittadinanza del nostro Paese in virtù dello ius sanguinis, benché non presentassero i requisiti previsti dalla legge. Con questa accusa sono finiti in manette un responsabile dell’ufficio di Stato civile di un Comune della provincia di Napoli e il titolare di un’agenzia di pratiche amministrative di Terni. Ad arrestarli sono stati i carabinieri di Castello di Cisterna (NA).
I reati contestati agli arrestati
Nei confronti dei due fermati sono state formulate diverse ipotesi di reato. Gli uomini sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di corruzione, falso ideologico e materiale commesso da Pubblico Ufficiale in atti pubblici e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Le indagini sul sistema messo in piedi per aggirare i limiti comunitari
A condurre l’inchiesta che ha portato ai due arresti di oggi è la Procura di Nola. Secondo le indagini dei carabinieri della Compagnia di Castello di Cisterna, guidati dal capitano Angelone, il sistema architettato per aggirare i vincoli comunitari sul tesseramento di cittadini extra UE consentiva ai calciatori brasiliani di ottenere la naturalizzazione in poco tempo. Bastava che si riuscisse a ricostruire un legame parentale remoto, anche non dimostrato, affinché potessero ottenere passaporti del nostro Paese. E, in quanto cittadini europei, potessero liberamente circolare entro i confini comunitari.
I brasiliani con passaporti falsi militavano anche in Serie A
Stando a ciò che sarebbe fin qui stato accertato, sembra che alcuni giocatori naturalizzati illegalmente abbiano vestito, tra le altre, le maglie del Palermo e del Monaco (squadra del principato monegasco). Lo scandalo dei passaporti falsi, tuttavia, non coinvolge le società calcistiche, che sono estranee a tutte le accuse. La procura di Nola, guidata dalla dottoressa Stefania Castaldi, ha informato della vicenda e degli arresti sia la Federazione italiana gioco calcio (FIGC), che gli organi federali europei.