Linda La bambina con il cappotto rosso è ormai, come ovvio, diventata una donna. A tre anni era diventata la star di Schindler’s List, il noto film di Spielberg sull’Olocausto premiato con diversi Oscar. Ma a 11 anni era un’adolescente traumatizzata proprio da esperienza cinematografica, colpita dalla tragedia che aveva recitato. Quasi come se l’avesse vissuta veramente di persona. Solo adesso, dopo vent’anni esatti dalle riprese, ha superato lo shock ed è pronta a parlarne.
“Mi vergognavo, ero sconvolta, non volevo più guardare quel film in vita mia”. Così ha raccontato Oliwia Dabrowska al “Times” di Londra, che è andato a scovarla in Polonia, e precisamente a Cracovia, dove ora studia per diventare bibliotecaria e lavora part-time in una libreria. Chi ha visto Schindler’s List non può averla dimenticata.
Schindler’s List: 20 anni dal successo cinematografico
La storia è quella atroce e commovente raccontata in bianco e nero di Oskar Schindler, l’imprenditore tedesco che salvò oltre mille e duecento ebrei dai forni crematori di Hitler, assumendoli alle proprie dipendenze. Nella pellicola Oliwia rappresentava l’unica nota di colore: una bambina avvolta in un cappottino rosso durante lo sgombero del ghetto di Varsavia da parte dei nazisti. Nel film di Spielberg è proprio il protagonista Schindler (impersonato da Liam Neeson) a vedere per primo la piccola.
Il colore rosso del suo cappotto, nelle intenzioni del regista di Schindler’s List, evidenzia il modo indelebile in cui la piccola vittima innocente resta impressa in mente all’eroico salvatore. Quando la rivede, ancora con addosso il pastrano rosso, la bimba si trova su una carriola che trasporta un carico di cadaveri. Sarà proprio quello il momento in cui Schindler deciderà di non restare più passivo di fronte alla tragedia che si consuma di fronte ai suoi occhi.
Un punticino rosso brillante all’interno della pellicola totalmente color seppia, diventato subito famoso. A tre anni Oliwia non poteva rendersi conto del significato del film. Non poteva capire quanto sarebbe stato difficile, per lei, togliersi quel cappotto. Gli adulti continuavano a farle domande piene di buone intenzioni, ma che comunque la spaventavano e la confondevano. Spielberg le aveva chiesto di aspettare a guardare il film fino a quando avesse compiuto 20 anni. Ma la curiosità era troppo forte e Olivia non gli diede retta. Lo guardò all’età di 11 anni e l’effetto fu traumatico.
“Mi vergognavo di averne fatto parte”
Olivia, da ragazzina quale era, vide solo la violenza e l’orrore. Se ne sentì in qualche modo coinvolta. “Mi arrabbiai coni miei genitori perché raccontavano a tutti che la bambina con il cappotto rosso ero io. Ho tenuto segreto il mio ruolo nel film per tutti gli anni della scuola. Quelli che lo sapevano dicevano che ero stata brava. Chissà quante cose sapevo sull’Olocausto…”. Lei invece voleva solo scappare, nascondersi.
La scena in cui l’ufficiale delle SS Amon GЪth (interpretato da Ralph Fiennes) spara sugli ebrei del lager con un fucile di precisione dal terrazzo di casa sua la terrorizzava. “Era orribile. Non capivo tutto di quel film, ma ero certa che non l’ avrei mai più voluto guardare”. Invece poi lo ha riguardato, questa volta all’età di 18 anni. “Finalmente capii di avere partecipato a qualcosa di cui potevo essere orgogliosa. Spielberg aveva ragione, dovevo crescere e maturare per poterlo apprezzare”. Da allora Oliwia ha fatto la sua comparsa in vari altri film come attrice-bambina, piccole parti senza importanza. Ogni tanto le capita ancora, ma adesso è solo un hobby per lei. Dentro di sé resterà sempre “la bambina con il cappotto rosso”. In qualche modo l’Olocausto ha segnato anche lei.
Ricordiamo che su amazon è disponibile il film acquistabile in edizione speciale, in modo sicuro e con consegna rapida
