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Schlein sfida Meloni nel question time da Ok Corral: "Cosa volete fare?"

Elly Schlein interpella Giorgia Meloni

Elly Schlein interroga direttamente e sfida Giorgia Meloni nel question time con toni perentori ma corretti: "Cosa volete fare?"

Elly Schlein sfida Giorgia Meloni nel question time da Ok Corral: “Cosa volete fare?”. La segretaria Dem lo ha chiesto senza mezzi termini ed a muso decisamente duro alla premier, lo ha fatto in ordine a quale sia linea sul salario minimo e lo ha fatto alla Camera durante lo spazio del mercoledì riservato alle interrogazioni del Parlamento all’Esecutivo. Era lo scontro più atteso, quello fra le due leader che ciascuna secondo la sua direttrice politica rappresentano un unicum nella storia della Repubblica: l’interrogata prima premier donna e l’interrogante prima segrertaria del Pd di sempre.

Schlein sfida Meloni nel question time

La Schlein ha giocato di fioretto: ci si aspettava che la leader incalzasse il governo sui fatti di Cutro che in questi giorni sono centrali ma la dem ha puntato dritta alla “giugulare” del governo. Vero è che i dem hanno presentato un’interpellanza ai ministri Piantedosi, Salvini e Giorgetti. La presidente del Consiglio è stata accomodante ma la Schlein è partita in quarta ed è intervenuta in aula per opporsi in prima persona alla premier, e ha chiesto a Meloni: “Serve un salario minimo e un congedo paritario per la natalità. Cosa volete fare?”.

I toni di risposta concilianti della premier

Dal canto suo Meloni ha usato toni decisamente “soft”. E la premier ha dato ragione alla Schlein sui bassi salari. Tuttavia a suo avviso il salario minimo legale “può diventare non un parametro aggiuntivo di tutele, ma un parametro unico sostitutivo e rischierebbe di creare condizioni peggiori per paradosso e aiutando chi vuole rivedere al ribasso la posizione dei lavoratori. Serve estendere la contrattazione collettiva”. Il secondo punto della Schlein era quello sul congedo e il sostegno alla natalità e su quello Meloni ha detto: “Sono sempre disponibile”. La segretaria del Pd ha ricordato che la contrattazione collettiva è stata insufficiente: “La nostra proposta la vuole rafforzare, ma arrivare dove non arriva la contrattazione fissando una soglia minima”. Il che ha fatto toccare il nervo scoperto del ritorno dei voucher.