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Segnali radio dallo spazio: captati 8 Lampi Radio Veloci

segnali dallo spazio

I Lampi Radio Veloci arrivano dalle profondità dello Spazio e sono ripetitivi: gli scienziati studiano la loro provenienza.

Lo spazio ci chiama. Il radiotelescopio interferometrico Hydrogen Intensity Mapping Experiment (CHIME), installato presso il Dominion Radio Astrophysical Observatory (DRAO) nella British Columbia canadese, ha intercettato otto misteriosi segnali radio ripetuti nel tempo e di origine sconosciuta.

Si tratta di Fast Radio Burst (FRB), i Lampi Radio Veloci. Stando a quanto riportato dal sito scienze.fanpage.it, i Fast Radio Burst (FRB) o Lampi Radio Veloci sono segnali radio della durata di pochi millisecondi e con frequenze variabili. Si tratta di segnali molto luminosi: l’emissione di energia rilevata può essere equiparata a quella creata da centinaia di milioni di soli.

A causa della loro potenza si ritiene possano essere prodotti da stelle di neutroni in rapida rotazione dotatai di un campo magnetico fortissimo (pulsar). Un’alternativa è che sarebbero prodotto da fusioni tra stelle di neutroni. Ma anche qui, l’idea che possano essere prodotti da entità aliene, ha già conquistato qualche scienziato. Magari provengono da grandi astronavi o strutture artificiali costruite da avanzatissime civiltà che vivono nello spazio profondo.

Segnali radio dallo spazio

Tra gli aspetti più interessanti di questi nuovi segnali, scoperti da un team di ricerca internazionale guidato da astrofisici dell’Università McGill di Montreal, c’è la possibilità di verificare le differenze fra loro. Gli scienziati, coordinati dal professor Andersen, hanno osservato che alcuni si manifestano con raffiche che si ripetono velocemente, come FRB 180916. J0158 + 65. Altri, invece, si ripetono una volta ogni 20 ore o più. Un’altra curiosità rilevata dagli scienziati risiede nell’abbassamento della frequenza di alcuni segnali radio, impulso dopo impulso. Si tratta di un fenomeno insolito e per questo molto affascinante. Un fenomeno del genere è difficile da associare a qualunque evento naturale a noi conosciuto.

La ricerca sarà presto pubblicata sulla rivista scientifica The Astrophysical Journal Letters. Alcuni dettagli sono già consultabili online su arXiv.