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Coronavirus, il 5G non indebolisce il sistema immunitario

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Coronavirus e fake news, le notizie a cui non credere. La bufala del 5G che penetrerebbe nelle cellule indebolendo il sistema immunitario.

Nella lotta alle fake news si intromette anche il dibattito sul 5G, dove si era diffusa l’infondata voce che potesse nuocere alla salute. Come si articolano queste notizie? Un articolo per riassumerle.

La fake news del 5G

No, il 5G non nuoce alla salute e non è da collegare all’epidemia da Covid-19, come già smentito e spiegato da molti nei giorni in cui l’ipotesi si era fatta strada tra le notizie del web. La lotta alle fake news è argomento sempre valido, in cui è spesso facile inserire diversi dibattiti a seconda delle discussioni d’attualità. Non sono pochi i complottisti che promuovono la tesi che la rete 5G possa creare forme tumorali, collegandola appunto anche all’emergenza attuale, primo tra tutti Maurizio Martucci, presidente del comitato Stop 5G. Trovare delle correlazioni in questo tipo di fake non è difficile, soprattutto quando si uniscono altre precise suggestioni per prendere di mira una fetta precisa di pubblico.

L’esempio di Alessandra Corrente, dal blog “La voce del Trentino”, ci dà un primo scorcio: “Inchiesta coronavirus e 5G: allora il collegamento esiste davvero?”. Un’inchiesta dovrebbe però partire da dati ufficiali provenienti da fonti certe, non da citazioni sparse e reinterpretate a seconda dell’utilizzo che ne si vuole fare. Citando Thomas Cowan, che a sua volta riporta Rudolf Steiner che per dar credito alle sue ragioni riportava dei dati sulla pandemia di Spagnola che, ai tempi, ispirò diverse tesi di complotto. Steiner fu il padre della Agricoltura biodinamica, non un biologo né un virologo, e fu ispiratore del nazismo magico e di diversi esperimenti “biodinamici” nel campo di concentramento di Dachau. I virus sono escrezioni di cellule avvelenate facente parti di DNA o RNA, espulsi da tali cellule. Per quanto riguarda Cowan, è un guru delle Medicine alternative, cui tesi si basano sul fatto che in Africa non sono stati registrati molti casi di Covid-19.

Background scientifici inesistenti

La tesi alla base dei dati forniti da Cowan è che “ogni pandemia negli ultimi 150 anni corrisponde ad un salto di qualità nell’elettrificazione della Terra. Nel 1918, alla fine dell’autunno del 1917, c’è stata l’introduzione delle onde radio intorno al mondo”, che non ritrovano un minimo riscontro in quanto Ebola et simili non sono attecchite da noi in quanto determinati ceppi non sono arrivati nel nostro territorio. Tra le altre tesi ci sono appunto quelle di Martucci in Oasi Sana, sito che sostiene tesi omeopatiche o sulla “nuova medicina germanica”, con uno studio chiamato “Coronavirus, secondo studi ed esperti col 5G c’è “immunodepressione e non assorbimento d’ossigeno”. Cercando le fonti di Martucci però, anche qui ci si imbatte in un certo Paul Doyon, co-autore di un rapporto sull’elettrosmog, su immunodepressione e contagio virale, che non si capisce come ben possa collegarsi al Covid-19. Partendo da un testo pubblicato sulla rivista Medical Hypotheses e firmato insieme a Olle Johansson, si risale a delle fonti in cui si riscoprono vecchi articoli degli anni ’70 e ’80, dove per stessa ammissione degli autori “i meccanismi precisi devono ancora essere completamente chiariti”. I collegamenti con Covid-19? Inesistenti. Per dar credito alle proprie teorie è tuttavia necessario citare fonti su fonti, anche fuorvianti, come quella degli studi di David B. Weiner sulla elettroporazione. Quest’ultima citata da Martucci perchè fondamentale per comprendere come i campi elettromagnetici possano entrare nelle pelle, e quindi: “le microonde millimetriche del 5G entrano nella pelle, dove ci sono terminazioni nervose, vasi sanguigni. In vitro, si è vista una disregolazione del profilo metabolico, anche dei cheratinociti. L’elettroporazione consiste in una repentina scarica elettrica operata in un cuvetta che racchiude cellule e molecole di DNA in una sospensione liquida. La scarica apre simultaneamente la membrana plasmatica delle cellule in numerosi punti, permettendo alle molecole di DNA di penetrare”. Ma in che cosa consiste questa elettroporazione del 5G che fa entrare il coronavirus nel corpo?

Elettroporazione e 5G

L’elettroporazione è il passaggio di migliaia di volt a una distanza di massimo due millimetri e richiede apparecchi appositi, cosa che può essere applicata a cellulari, antenne 5G e anche sui tessuti. Nell’ultimo caso però senza appositi strumenti nulla di tutto ciò è possibile, perché è sì possibile effettuare tale manovra ma in ambito scientifico. Affinché possa avvenire una trasmissione sono necessari due campi magnetici con le due estremità, positive e negative, che permettano alle molecole al suo interno di spostarsi, cosa del tutto improbabile se applicata a un intero organismo all’aria aperta.