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App Immuni, al via la sperimentazione in sei regioni italiane

App Immuni, al via in sei regioni

Fra ritardi e sospetti, l'app Immuni avvia la sperimentazione in sei regioni. Ma come funziona? Perché è diversa da quella della Lombardia?

Sin dall’annuncio del suo lancio per bocca della ministra Paola Pisano, non ha goduto di buona fama. Ora per l’app di tracciamento dei contagi Immuni, che doveva essere pronta per i primi di maggio, verrà avviata la sperimentazione in sei regioni italiane. Lo rende noto Palazzo Chigi che ne individua l’esordio i primi di giugno.

App Immuni in sperimentazione: come funziona?

L’applicazione per smartphone è stata progettata da Bending Sppons e, come ha spiegato il commissario straordinario per l’emergenza, Domenico Arcuri, sarà un “pilastro importante nella gestione della fase successiva dell’emergenza“. Lo pensa il Governo, che ha dato l’ok per l’avvio a partire da giugno. Il download della app sarà su base volontaria. Al suo interno, l’utente avrà una sorta di cartella personale in cui inserire tutti i dati sulla propria salute; il tracciamento dei contatti, invece, avverrà attraverso la tecnologia Bluetooth, che rileverà due smartphone vicini. La localizzazione permetterà di valutare il rischio contagio sulla base della posizione e il tempo di contatto. All’utente sarà chiesto di aggiornare i propri dati in caso di esiti di test e tamponi.

Se la Lombardia ha la sua app

La Regione Lombardia preferisce agire da sola. E così ha, nei fatti, una sua app specifica. Si chiama AllertaLOM ed è una funzionalità nell’applicazione della Protezione Civile. Essa consiste in un’area dedicata con informazioni aggiornate minuto per minuto sulla situazione coronavirus ma soprattutto al tracciamento sanitario. Compilando un questionario anonimo sul proprio stato di salute, gli esperti sanitari possono tracciare una mappa del rischio di contagi. A differenza di Immuni, AllertaLOM ha fini statistici, perché non si propone di monitorare il tracciamento delle persone a rischio.

Il primo Paese a sperimentare l’uso dell’app di tracciamento è stata la Cina. Contro le accuse di violazione della privacy, Sara Platto, italiana di Wuhan intervista da Notizie.it, ha dichiarato che l’applicazione è stata fondamentale non solo per il monitoraggio, ma anche per far fronte ai bisogni di tutti, specialmente i più isolati.