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SpaceX, la storia della startup di Elon Musk che puntava allo spazio

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Elon Musk e la storia della sua SpaceX, l'azienda con cui vuole conquistare lo spazio.

Sabato 30 maggio 2020, l’azienda aerospaziale SpaceX realizzerà il suo sogno di portare passeggeri umani nello spazio. Per farlo ha stretto un collaborazione con la NASA, per quella che a molti appare solo come la prima di una lunga serie di missioni congiunte. Da sempre infatti, il grande interesse di SpaceX, il cui fondatore è Elon Musk, è quello di esplorare nuovi mondi alla ricerca di una nuova base per l’umanità, e per arrivare coraggiosamente là dove nessuno è mai giunto prima. Celebre è il claim “Occupy Mars”, lanciato dall’azienda per non porsi mai limiti.

SpaceX, la storia della startup di Elon Musk

La storia della SpaceX, Space Exploration Technologies Corporation, è una di quelle che più entusiasma gli appassionati di spazio e astronavi. Fondata nel 2008 dal magnate sudafricano Elon Musk, è partita come una startup di 150 dipendenti ispirati dal loro fondatore e CEO a diventare la più importante agenzia aerospaziale privata del mondo. Il suo primo progetto, forse mai in realtà abbandonato, fu quello di mandare delle forme di vita animale su Marte, magari dei topi. Un privato che prova ad entrare in un settore così fortemente monopolizzato dalle grandi compagnie come ad esempio la NASA, incappa per forza di cose in alcuni limiti di entrata del mercato. Una volta appreso quanto concretamente costasse un razzo, Elon Musk ebbe l’intuizione di iniziare a fabbricarli da solo, ma anche qui non è stato facile in quanto anche solo reperire i pezzi per la sua catena di produzione può risultare complicato. Inizia così a produrre da solo ogni singolo componente per i suoi razzi. Mossa assai vincente fu poi quella di includere nel progetto persone di rinomato prestigio, non a caso il co-fondatore della SpaceX (spesso messo in secondo piano) è Tom Muller, uno dei più dotati costruttori di razzi al mondo.

La missione Falcon 1

L’entusiasmo intorno al progetto SpaceX cresceva e la prova del nove fu il Falcon 1, il primo razzo costruito dalla società pensato per portare un carico utile in orbita bassa. Fu un mezzo insuccesso, in quanto si dimostrò molto più costoso del previsto e poi ben 3 tentativi si dimostrarono dei fallimenti: nel primo e nel terzo il veicolo andò perso per diversi malfunzionamenti, mentre il secondo tentativo fu un fallimento parziale. La brutta figura scatenò frustrazione in Musk e anche diverso nervosismo, specie con i suoi dipendenti ai quali chiedeva pubbliche scuse per i loro eventuali errori. Alla fine, dopo più di due anni dal primo tentativo, la SpaceX riuscì nella sua missione Falcon 1, ripetendosi anche una seconda volta, per il suo quinto e ultimo volo. Per i buoni risultati raggiunti la NASA affidò l’incarico a SpaceX di rifornire la Stazione Spaziale Internazionale proprio a SpaceX. Da qui in poi la flotta della compagnia californiana andò sempre più ad espandersi, portando alla creazione del Falcon 9 nel 2011 e poi al suo successore ben più noto e gettonato: il Falcon Heavy nel 2016 (che però verrà inaugurato solo nel 2018, con l’incredibile lancio della Tesla Roadster e del suo pilota Starman).

Il futuro di SpaceX

Da grandi successi derivano grandi responsabilità, ma anche tanto lavoro. Ecco infatti che nel 2018 SpaceX può contare su oltre 6000 dipendenti e su un valore in borsa di 30 miliardi di dollari. Ha dei forti vantaggi sulle concorrenti come la Blue Origin e la Space Galactic, motivo per cui si ipotizza che il valore in borsa dell’azienda possa arrivare 120 milioni di dollari nei prossimi dieci anni. Oltre ai Falcon l’azienda ha acquisito popolarità anche grazie ai motori Merlin, la capsula Dragon per il trasporto carico, il progetto dei satelliti Starlink.