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Il Covid è un "killer multiorgano": rende più fragile anche il cuore

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Il rischio di infarti e ictus è in netto aumento nelle persone che hanno avuto il Covid-19.

Il Covid-19 è un killer multiorgano. Non soltanto i polmoni vengono danneggiati dal virus. A farne le spese, tra gli altri, è in particolare il cuore. Il rischio di infarti e ictus nelle persone che sono risultate positive è di netta rilevanza. In base ad un recente studio, un paziente su 5 va incontro a conseguenze cardiovascolari e persino a conseguenze permanenti.

Lo studio sui danni al cuore dati dal Covid

Il terribile quadro relativo ai danni cardiaci nei pazienti che hanno avuto il Covid-19 è emerso nel corso del congresso nazionale della Società Italiana di Cardiologia. “I primi dati degli studi di questi mesi indicano che anche SARS-CoV-2 può comportare ripercussioni serie, non solo a breve termine, sui pazienti guariti, soprattutto se usciti dalle terapie intensive. Un sempre maggior numero di segnalazioni indica la comparsa di danni cardiovascolari anche in pazienti guariti che non avevano disturbi cardiovascolari prima del contagio. Il cuore dei pazienti è perciò più fragile durante la malattia ma lo può restare anche dopo“, ha spiegato Ciro Indolfi, Presidente SIC.

Le conseguenze a cui i pazienti vanno incontro possono essere diverse. “È stato segnalato, per esempio, che Covid-19 può provocare una miocardite in un almeno il 7% dei pazienti che non avevano alcun disturbo cardiaco prima del contagio, e nel tempo questa infiammazione cardiaca può avere conseguenze sulla funzionalità dell’organo“.

I dati registrati sono rilevanti e devono destare allarme. “Un recente studio condotto in Germania, su 100 sopravvissuti, pubblicato su JAMA Cardiology, ha evidenziato che nel 78% dei guariti si trovano alterazioni cardiache strutturali di vario genere con segni simili a quelli lasciati da un infarto“, ha aggiunto Gianfranco Sinagra, Vicepresidente SIC.