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Pioggia di plastica, nuova minaccia per l'ambiente

Pioggia di plastica fino all'Artico

Dopo le precipitazioni acide, arriva la pioggia di plastica. Una nuova minaccia per l'ambiente si abbatte sulla Terra.

La pioggia di plastica è, dopo quella acida, minaccia per l’ambiente. Il nemico degli oceani è entrato nell’atmosfera, secondo una ricerca pubblicata sulla rivista accademica Science. I materiali plastici, non decomponendosi, fotodegradano in parti sempre più piccole che ora circolano anche in atmosfera.

Pioggia di plastica fino all’Artico

L’Università dello Utah si è occupata di rilevare precipitazioni in 11 zone protette degli Stati Uniti, per poi trovare microplastiche persino sulle Montagne Rocciose e nel Grand Canyon, fino all’Artico. I ricercatori riportano che circa 1.000 tonnellate metriche di questo materiale cadono ogni anno su tali aree, per l’equivalente di 120 milioni di bottiglie di plastica.

Lo studio segue il viaggio delle particelle fino ai grandi parchi americani, grazie alla campionatura di depositi atmosferici, sia umidi che secchi. Analizzando questi al microscopio, gli scienziati hanno scoperto che il 98% contiene microplastiche, con dimensioni da 4 a 188 micron e filamenti dai 20 micron ai 3 millimetri.

Plastica: l’inquinante più dannoso

I ricercatori hanno quindi applicato modelli climatologici, atmosferici e schemi delle precipitazioni, per scoprire che le particelle più grandi si depositano con le piogge, dopo essere state sollevate da aree urbane e trasportate dal vento. Le più piccole, invece, possono viaggiare per centinaia di chilometri perché poco dense.

Questa è l’amara conferma che la plastica, in poco tempo, è diventata l’inquinante più diffuso e dannoso per l’ambiente. Secondo la ricerca, si così creato un ciclo al pari di quello dell’acqua, che andrebbe seguito e studiato in un’ottica globale.