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Sciopero scuola 30 maggio: i motivi della protesta

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Lo sciopero del 30 maggio rappresenta un punto importante nel confronto tra Governo e sindacati.

Lo sciopero del 30 maggio, rivolto a tutti i lavoratori in servizio nelle istituzioni scolastiche ed educative italiane, rappresenta un punto importante nel confronto tra Governo e sindacati.

Sciopero scuola 30 maggio: i motivi della protesta

Lo sciopero previsto il 30 maggio, rivolto a tutti i lavoratori in servizio nelle istituzioni scolastiche ed educative italiane, è un punto fondamentale nel confronto tra Governo e sindacati. In occasione di questo sciopero, che durerà tutta la giornata, è stata organizzata anche una manifestazione a Roma, che partirà dalle 10.30 in Piazza Santi Apostoli. Nelle intenzioni dei sindacati, una delegazione avrebbe dovuto portare le ragioni della protesta sotto il Parlamento, ma la Questura ha negato l’autorizazzione per via di una direttiva adottata dopo l’assalto alla Cgil, avvenuto il 9 ottobre 2021. Un divieto che per i sindacati è del tutto fuori luogo ed è stato interpretato come una limitazione del diritto di manifestare. 

I motivi della protesta

Secondo Francesco Sinopoli, segretario generale Flc Cgil, “è arrivato il momento di dire basta a un atteggiamento del governo che è chiaramente contro gli interessi della scuola pubblica” e lo sciopero serve a protestare contro “l’idea di un sistema di reclutamento che è pensato in realtà senza tenere conto dell’interesse di chi è precario oggi per cui non si prevede nessun percorso di stabilizzazione, non si riconosce l’attività svolta, non c’è nulla di tutto quello che serve“. Ivana Barbacci, segretaria generale di Cisl Scuola, ha spiegato che ci sono tanti motivi per protestare, come riaffermare il diritto del personale ad un rinnovo del contratto dignitoso e il no a interventi su materie come la formazione in servizio e il trattamento economico. 

Pino Turi, segretario della Uil Scuola, ha spiegato che si sciopera per ridare la giusta dignità ai lavoratori. “Se si perde la dignità non c’è contratto che tenga. C’è bisogno di unità, sindacati, lavoratori della scuola, cittadini, abbiamo bisogno di tutti e non ci fermeremo certo qui. Non è vero che gli scioperi non servono. Ricordatevi la Legge 107. Fu proprio uno sciopero dei sindacati a fermarla. L’abbiamo smontata pezzo per pezzo, oggi non c’è la chiamata diretta e i dirigenti sceriffi non hanno avuto alcun successo” ha dichiarato. Marcello Pacifico, presidente di Anief, ha spiegato che bisogna mandare un messaggio unitario.