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Scommesse:verso i deferimenti: la situazione squadra per squadra

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Il momento sta per arrivare. Quasi due mesi dopo la deflagrante conferenza stampa che dalla sede della Procura di Cremona stava per aprire una nuova pagina nera nel pallone italiano, società e tesserati al centro dell’inchiesta Last Bet stanno per comparire a processo: per domenica o al massimo...

Last Bet

Il momento sta per arrivare. Quasi due mesi dopo la deflagrante conferenza stampa che dalla sede della Procura di Cremona stava per aprire una nuova pagina nera nel pallone italiano, società e tesserati al centro dell’inchiesta Last Bet stanno per comparire a processo: per domenica o al massimo lunedì mattina arriveranno i deferimenti della Procura Federale, cinque giorni dopo partirà il processo di primo grado che dovrebbe svolgersi in un paio di giorni. In poco meno di sessanta giorni si è detto tutto ed il contrario di tutto in merito allo scandalo: dalle incaute dichiarazioni del pm di Cremona Di Martino riguardo alle “sensazioni” legate al coinvolgimento della Serie A fino al tentativo di ridurre tutto alla solita bravata all’italiana. La verità sta probabilmente in mezzo: lo scandalo c’è stato, ed il fatto che le grandi squadre non siano coinvolte non ne riduce la portata ed anzi in Lega Pro si profilano retrocessioni e verdetti clamorosi.

Il vero problema è stato quello dei tempi: forse sarebbe stato meglio aspettare qualche settimana in più per rendere pubblico il tutto, sarebbero servite altre e più schiaccianti prove, superiori a quelle attuali con cui è quasi impossibile provare la responsabilità diretta delle società, almeno a livello di Serie A e B. Perché la sensazione (ci risiamo…) è che le sentenze definitive che arriveranno nello spazio di venti giorni potrebbero non essere tali, che in autunno la Procura di Cremona potrebbe essere in grado di produrre altre prove e che anche Palazzi potrebbe riscrivere le classifiche in corso d’opera. Ma vediamo i gradi di rischio delle società implicate.

Alessandria. I grigi tremano, eccome. Le parole del ds del Ravenna Buffone riguardo al presunto incontro con l’ex presidente alessandrino Giorgio Veltroni sembrano agghiaccianti: sarebbero stati presi accordi sull’esito della partita Alessandria-Ravenna, salvo poi farli saltare perché le “cifre non erano ritenute consone”. Di più, a proporre la combine, sempre secondo Buffone, sarebbe stato lo stesso Veltroni formulando la proposta di 50.000 euro al Ravenne per perdere la gara: accuse che se confermate proverebbero la responsabilità diretta, con le conseguenze del caso. Veltroni ha smentito ogni coinvolgimento ma al suo interrogatorio è seguito un preoccupante silenzio. Ed anche la nuova proprietà è seriamente allarmata.

Ascoli. La situazione del club bianconero è tra le più delicate in assoluto. E’ difficile pronunciarsi senza disporre dei verbali degli interrogatori, sarà quindi Palazzi a dover decidere se ed in quale misura tenere conto delle dichiarazioni contraddittorie rese dai tesserati Micolucci e Sommese riguardo al coinvolgimento diretto della società. Certo il licenziamento durante la stagione di Sommese è molto sospetto. Il deferimento è scontato, una penalizzazione molto probabile.

Atalanta. Forse non è un caso che il mercato a lungo fermo si sia sbloccato proprio in queste ore. Anche se nessuno l’ha mai detto ufficialmente, in società hanno temuto eccome di perdere la Serie A appena riconquistata. Il rischio esiste ancora, ma sembra sempre più sfumato perché sembra caduta la tesi del coinvolgimento diretto della società riguardo alla partita contro il Padova. Tutto però ruoterà attorno all’attendibilità della versione di Parlato ed a quei 40.000 euro che Santoni avrebbe consegnato allo stesso Parlato durante la partita contro il Piacenza, la madre di tutte le presunte combine: per conto di chi? La posizione di Doni, critica fin dall’inizio, e quella di Manfredini presuppongono il sicuro deferimento, che porterà ad una penalizzazione forse anche robusta.

Benevento. I giallorossi tremano per la partita contro il Cosenza, sulla quale sono emersi particolari apparentemente schiaccianti riguardo alla combine che sarebbe stata messa in piedi da Paoloni e da quattro giocatori calabresi. Sospetti pure per la partita contro il Viareggio, che sarebbe stata “organizzata” da Erodiani e Parlato, all’epoca collaboratore dei toscani. Da allontanare anche le ombre lanciate da Paoloni in merito “all’abitudine di scommettere che aveva pure il presidente”, come detto dal portiere in un’intercettazione con l’ex compagno alla Cremonese Musetti. Si va verso il deferimento.

Chievo. E’ l’unica società ad essere entrata nell’inchiesta in corso d’opera. Diverse le partite, anche non dell’ultimo campionato, a far parte dell’ordinanza ma al centro della questione c’è il ruolo di Pellissier. Tirato in ballo da Erodiani ma scagionato da Pirani, il nome del capitano compare in diverse intercettazioni, pur con lo pseudonimo di Pelli che impedisce una certa identificazione. L’interrogatorio del giocatore sembra essere stato piuttosto convincente ma la convocazione del presidente Campedelli non lascia tranquilli. Anche qui il deferimento appare molto probabile.

Cremonese. I grigiorossi, pur avendo fatto partire l’inchiesta tramite il ds Turotti e risultando di fatto vittima del malaffare, rischiano una penalizzazione pur minima per responsabilità oggettiva a causa delle due partite, quelle contro Spezia e Paganese, condizionate da Paoloni. Che si volesse salvare dai debiti o meno, la regolarità delle gare ne è risultata compromessa. Da definire anche il ruolo di Gervasoni, vittima in grigio rosso e presunto mandante dopo il passaggio al Piacenza.

Lecce. E’ la posizione più incerta. Tutto dipenderà ovviamente da Corvia: se Palazzi, come pare, non crederà alla versione fornita dall’attaccante romano che ha negato qualunque coinvolgimento nell’inchiesta affermando di non aver mai “chattato” con Paoloni, allora finirà tutto con un sospiro di sollievo. Altrimenti deferimento e modesta penalizzazione per responsabilità oggettiva sembrano probabili.

Piacenza. L’inquietante silenzio che pesa sul futuro (ancora sconosciuti allenatore e sede del ritiro) deriva in parte anche dall’attesa delle sentenze. Dopo aver giocato un playout nei giorni dello scoppio dello scandalo, ora si prova ad essere ottimisti. Il deferimento comunque appare certo a causa della famigerata partita contro l’Atalanta: la responsabilità oggettiva se verrà comprovata la combine porterà una penalizzazione più o meno forte a seconda del grado di coinvolgimento e del numero dei giocatori implicati.

Ravenna. Il destino in quarantotto ore. Prima l’esito del ricorso all’Alta Corte del Coni contro la mancata iscrizione, poi il sicuro deferimento e le paure collegate. Anche in caso di riammissione in Prima Divisione, infatti, le possibilità di giocarla effettivamente il prossimo anno sembrano poche: quella romagnola è infatti la società più compromessa, a causa delle acclarate ed ammesse responsabilità di Buffone oltre che dell’ex presidente Fabbri e dell’ex allenatore Leonardo Rossi. La retrocessione in Seconda Divisione è più che un pericolo, con sullo sfondo il rischio radiazione se si punterà sulla recidività, vista la condanna già subita in stagione per il caso-Lumezzane.

Verona. Come l’Alessandria, pure gli scaligeri rischiano per “colpa” di Buffone. L’ex dirigente del Ravenna ha coinvolto pesantemente la società scaligera, parlando di un tentativo di combine per il confronto diretto giocato in Veneto. Il ds Gibellini, interrogato da Palazzi, ha respinto ogni accusa e pure le dichiarazioni di Buffone sono confuse e poco precise. Il deferimento non è sicuro.