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Scuola nuovo contratto nazionale: aumenti da 80 a 110 euro

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E' stato firmato il primo contratto nazionale del nuovo comparto Istruzione e Ricerca. Ad essere coinvolti circa 1 milione di docenti.

Scuola, all’Aran è stato firmato il contratto nazionale, il primo, del nuovo comparto Istruzione e Ricerca. Ad essere coinvolti, circa 1 milione e 100mila persone, tra insegnanti, ricercatori, tecnologi, tecnici, personale ATA ed amministrativi. L’accordo è arrivato dopo un’estenuante notte di trattativa. Gli aumenti salariali vanno da una somma minima di 80,40 euro ad una massima di 110,70. Salvaguardato il bonus fiscale di 80 euro per le fasce retributive più basse. Non c’è nessun aumento dell’orario di servizio.

Scuola contratto nazionale

Meglio tardi che mai, direbbe qualcuno. Ci è voluta una non facile notte di intensa trattativa, ma l’accordo, alla fine, è giunto. All’Aran, è stato siglato il primo contratto nazionale di lavoro del nuovo comparto Istruzione e Ricerca. Questo coinvolge 1 milione e 200mila di persone del personale della scuola, tra insegnanti, personale Ata, ricercatori, tecnologi, tecnici, amministrativi. Gli aumenti dello stipendio sono esattamente come quelli accordati dalle confederazioni. Queste erano giunte ad un’intesa il 30 novembre dell’anno 2016. Quindi, gli aumenti di stipendio vanno da una cifra minima di 80,40 a una somma massima di 110,70 euro. Contemporaneamente, risulta totalmente salvaguardato, a favore delle le fasce retributive più inferiori, il bonus fiscale di 80 euro. L’accordo per il rinnovo, frutto di una complicata trattativa incominciata all’Aran nel pomeriggio dell’8 febbraio, è giunto dopo quasi un decennio di stasi.

Per quanto concerne il personale docente della scuola, i sindacati hanno sottolineato che si è si è riusciti così a rinviare a una specifica sequenza contrattuale la definizione del codice disciplinare. Il fine è quello di una garanzia piena di tutela della libertà di insegnamento. Secondo i sindacati, “riportando alla contrattazione le risorse finalizzate alla valorizzazione professionale, ripristinando la titolarità di scuola, assumendo in modo esplicito un’identità di scuola come comunità educante si rafforza un modello che ne valorizza fortemente la dimensione partecipativa e la collegialità”.

Non è tutto. Sono in arrivo anche importanti novità che interessano la sezione normativa. Per quanto riguarda gli spostamenti volontari, vengono ripristinati i tre anni, come legge 107 sulla Buona Scuola prevede.

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Reazioni

C’è soddisfazione tra i sindacati. Cgil, Cisl e Uil della scuola hanno infatti affermato che il contratto segna una svolta molto importante nell’ambito delle relazioni sindacali, riportando così alla contrattazione materie di rilievo. Tra queste, in particolare ci sono la formazione e le risorse finalizzate alla valorizzazione professionale. Vengono quindi potenziati tutti i livelli di contrattazione, a partire dai luoghi di lavoro, valorizzando in tal modo il ruolo delle RSU nell’imminenza del loro rinnovo. La vigenza triennale del contratto 2016-18 avrà termine con l’anno in corso.

Su Twitter, la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli ha commentato: “Soddisfatti per intesa. Valorizzare chi lavora nei settori della conoscenza è investimento sul futuro”. La ministra non è l’unica ad aver commentato la notizia. Anche la ministra della Pa, Marianna Madia, ha fatto un cinguettio su Twitter: “Firmato il nuovo #contratto della conoscenza, dalla scuola, alla ricerca, all’università, agli istituti artistici e musicali. Era giusto e doveroso #valeriafedeli, #riforma Pa #Paese che cambia».