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Scusaci, bimbo morto nell'Egeo, ma adorare l'altro Bambino e ignorare la povertà vera è più comodo

bimbo morto egeo

Il bambino morto nell'Egeo mentre nasce un altro Bambino è l'amaro contrappasso fra la vita che spacciamo e la vita com'è davvero.

Più di Dickens, peggio di Dickens. Questo perché l’orrore della vita com’è e ben altro di fronte al terrore dell’esistenza che ci raccontiamo. E allora accade che la vita si mette in arcione ai simboli dell’esistenza e inizia a cavalcare la Morte.

Morte come quella del bambino morto nell’Egeo esattamente nelle stesse ore in cui un altro Bambino noi lo si faceva nascere in una greppia nell’angolo di casa che festoniamo con il meglio del peggio di agi che per noi sono narcotici.

Cosa unisce i due bambini? Nulla, se non l’amaro contrappasso fra la vita che spacciamo e la vita com’è davvero. La prima è fatta di simboli, totem e feticci con i quali proclamiamo amore universale cercando gioia in tinello, la seconda… Beh la seconda è quella là. È la vita dove i bambini non nascono poveri per dare un senso alla Povertà come valore, ma nascono poveri per dare corso a ciò che la povertà porta: dolore, fame, fuga, acqua buia, freddo, urla mute inghiottite dal salmastro che ti crepa i polmoni.

E morte, morte buia senza riscatto e senza adorazione, un presepe mondiale che non vediamo se non quando una statuina viene scalciata via dal dito adunco e caricato a molla della nostra indifferenza.

Ma noi siamo sempre pronti ad usare parole, parole stupide e inutili come queste, per fare cilicio mainstream delle analogie che arguti cogliamo fra i due bambini, quello nato in Galilea e quello morto in mare. E così andiamo avanti, mondi e sanati dalla pazzia di provare solo per un attimo a capire che quei bambini sono due facce della stessa moneta.

È la moneta che l’uomo lancia in aria ogni volta che scommette fra la bellezza comoda di un Natale solo e lo sforzo immane di fare di ogni giorno un Natale. Un Natale dove i bimbi non muoiano e dove i pastori seguano la stella della loro Coscienza.

Scusaci piccolo, scusateci tutti.