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Se la fiducia degli italiani si affida ai tarocchi

Governo Meloni, quali saranno le prime misure economiche?

Non importa chi governi, destra sinistra o centro: l’insicurezza degli italiani - sul lavoro, le pensioni, i redditi, la famiglia e la casa - resta più alta della fiducia sull’arrivo di una “svolta politica” nella gestione del Paese.

Ogni giorno, oltre 30mila italiani si rivolgono a un mago, agli astri o ai tarocchi in cerca di certezze sul futuro: è uno dei livelli più alti tra i Paesi industrializzati, a cominciare dall’Europa. Non importa chi governi, destra sinistra o centro: l’insicurezza degli italiani – sul lavoro, le pensioni, i redditi, la famiglia e la casa – resta più alta della fiducia sull’arrivo di una “svolta politica” nella gestione del Paese.

Il problema, ovviamente, non riguarda solo chi va dalla maga: l’insicurezza diffusa è un peso che sta schiacciando non solo le aspettative degli italiani, ma anche quelle della ripresa economica e sociale del Paese. Il nuovo Governo di Centro destra dovrebbe riflettere di più su questo punto: la ripresa economica italiana non è il risultato di una formula aritmetica, ma della fiducia delle famiglie e delle imprese sull’autorevolezza e il senso di responsabilità di chi governa.

A poco più di un mese dal suo insediamento, l’azione e i comportamenti del nuovo governo sembrano creare più incertezza e confusione che fiducia e consenso. La conferma viene non solo dal coacervo di misure fiscali e previdenziali inutili e controverse inserite a forza (di partito) nella legge finanziaria 2023, ma persino dall’iter parlamentare della manovra finanziaria, la prima del governo di Giorgia Meloni: c’è tutto e il contrario di tutto. Come era logico inevitabile, il governo ha dovuto fare marcia indietro sul tetto all’obbligo del POS, incassando persino la sconfitta sui contanti, cavalli di battaglia da paese del terzo mondo. E che dire delle pensioni? L’aumento delle pensioni minime per un solo anno è un “gettone” elettorale, non una riforma strutturale: un passo avanti e due indietro.

Questa strategia dell’incertezza è diventata quasi grottesca nell’ultima settimana, con le (deprimenti) polemiche nello stile sull’attuazione del PNRR, sull’indipendenza della Banca d’Italia dalle banche, sulla gestione dei tassi di interesse della BCE e soprattutto sulla ratifica del MES, il nuovo fondo salva Stati europeo. Invece di tacere e lavorare, il governo ha scelto la via “muscolare” e del confronto polemico con le grandi istituzioni, facendo poi ovviamente marcia indietro.

Ma il danno già fatto al Paese è alto: non solo sul piano della credibilità, ma anche sul piano economico e finanziario. Nell’ultima settimana, la borsa di Milano ha perso più di ogni altro mercato finanziario europeo e i titoli di Stato italiani sono stati sottoposti a forti pressioni ribassiste. Il rendimento del BTP obbligazionario italiano a 10 anni è salito di 50 punti base (0,5%) al 4,34%, bruciando tutto il guadagno accumulato nel primo mese del nuovo governo. Tasso più alti significano mutui e prestiti più cari per gli italiani: altro che rimborsi per il caro bollette…