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Sepsi: morto un tredicenne, i medici esortano a vaccinarsi

Sepsi morto un tredicenne e i medici esortano a vaccinarsi

I medici australiani esortano i cittadini a vaccinarsi contro la sepsi, soprattutto dopo la morte di un tredicenne per setticemia.

Il personale medico australiano esorta i cittadini a vaccinarsi così da impedire la degenerazione di uno stato infiammatorio che interessa tutto il corpo. Tale condizione è nota come sepsi, o setticemia. A preoccupare i medici, la morte di un tredicenne che aveva contratto l’infiammazione lo scorso luglio 2018.

Thomas Nell, la vittima

Thomas Nell aveva 13 anni. Appassionato di rugby, che praticava, il ragazzo ha contratto l’infiammazione nel momento in cui ha preso freddo durante la disputa di un match con la sua squadra. Le sue condizioni sono precipitate nel giro di 24 ore. Era andato dal medico, ma a conclusione della visita, il dottore gli aveva detto soltanto di bere tanti liquidi, di idratarsi. Purtroppo non è servito a niente.

“Non si stava calmando, non riusciva a dormire, era davvero irrequieto e dolorante” ha detto ai cronisti di 9News la zia del ragazzo, Yvette Clarke, che ricorda bene il rapido decadimento delle condizioni di salute del nipote: “il medico aveva detto che aveva una gastroenterite, gli aveva dato delle compresse e lo ha rispedito a casa, dicendogli di bere molto e cose simili”.

Appena 5 ore dopo aver contratto la sepsi, Thomas è stato portato in ospedale. Dopo 18 giorni di sofferenza, per il tredicenne non c’è stato più nulla da fare e ora il personale medico australiano esorta la popolazione a vaccinarsi.

Sepsi, l’infiammazione killer

La setticemia (sepsi) nasce come conseguenza dell’azione del nostro sistema immunitario. I potenziali tipi di infezione in grado di provocarla possono essere 4: polmonite, infezioni addominali (come l’appendicite), del tratto urinario o della pelle. Nel momento in cui tali virus si manifestano, il sistema immunitario dell’organismo umano rilascia delle sostanze chimiche del sangue, utili per contrastare l’infezione. La reazione di queste sostanze, però, può provocare una pesante infiammazione, che pervade tutto il corpo. Questa è la sepsi.

In Australia, sono 18 mila le persone a cui ogni anno viene diagnosticata la sepsi. Di questi, 5000 muoiono a causa dell’infiammazione, aggiudicando alla setticemia un tasso di mortalità superiore a quello degli incidenti automobilistici e del cancro al seno e alla prostata.

Interpellato proprio sull’alto numero di decessi per setticemia, Il dottor Dillip Dhupelia – presidente dell’Associazione medica australiana – ha dichiarato al 9News come non si debba abbassare la guardia nemmeno di fronte all’influenza, anche essa potenziale candidata per scatenare la sepsi. Il vaccino, ha proseguito il medico, è l’unica soluzione per arginare i rischi di uno scatenarsi dell’infiammazione killer. Appena il 19 luglio 2018 in Inghilterra, una donna incinta è morta di sepsi.

I sintomi della Sepsi

La setticemia riguarda anche lo stato dei pazienti del nostro Paese. Il 17% delle morti in ospedale in Italia è causato proprio dalla sepsi. La rapidità con cui agisce e fa precipitare le condizioni di salute del paziente è molto alta, per questo è necessario riconoscerne i sintomi. Gli esperti hanno stilato una lista di campanelli di allarme a cui i pazienti devono prestare la massima attenzione. Dalla pelle fredda, dovuto ad una gerarchia di pompaggio del sangue che il nostro corpo attiva appositamente per contrastare le infezioni, mantenendo attivi gli organi vitali e tralasciando quelli meno cruciali, ad un colore più scuro delle urine, mal di testa e tachicardia. Certo, un solo sintomo non significa nulla, anzi, ma in caso in cui si notasse una combinazione di questi sintomi il consiglio generale è quello di consultare uno specialista.