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Serena Mollicone, la reazione dello zio: "Meschinità, non ci arrenderemo mai"

Serena Mollicone

Antonio Mollicone, lo zio di Serena, ha commentato la sentenza di primo grado che ha assolto tutti gli imputati.

Lo zio di Serena Mollicone, Antonio, ha voluto commentare la sentenza di primo grado che ha assolto tutti gli imputati. Una reazione dura e parole piene di dolore, pronunciate dopo l’udienza davanti alla Corte d’Appello del Tribunale di Cassino.

Serena Mollicone, la reazione dello zio: “Meschinità, non ci arrenderemo mai”

Antonio Mollicone, lo zio di Serena, ha commentato la sentenza di primo grado che ha portato all’assoluzione della famiglia Mottola per insufficienza di prove. “Non ci arrenderemo mai, se necessario andremo anche dall’altra parte del mondo, purché la nostra bambina trovi la pace che merita” ha dichiarato. Nella giornata di ieri, 15 luglio, si è tenuta l’udienza davanti alla Corte d’Appello del Tribunale di Cassino, nell’ambito del processo per l’omicidio della diciottenne di Arce, uccisa e abbandonata in un bosco nel 2001. “La verità è ben altra, ha parlato il corpo, hanno parlato gli oggetti, gli scienziati, gente delle istituzioni seria e onesta e noi ci crediamo. Noi andremo avanti, perché dopo ventun anni figuriamoci se ci fermiamo di fronte a questa meschinità. Serena non è stata uccisa, ma con gusto sadico e perverso è stata crudelmente trucidata e noi abbiamo dovuto anche assistere a gente che appalude, si abbraccia e si stringe le mani e che gode a quello che vedono come un grande trionfo. Non ci arrenderemo mai” ha dichiarato Antonio Mollicone.

La sentenza di primo grado per l’omicidio di Serena Mollicone

La sentenza di primo grado del processo per l’omicidio di Serena Mollicone ha visto l’assoluzione di tutti gli imputati. Oltre ai tre componenti della famiglia Mottola, ovvero Franco, Marco e Anna Maria, per cui il giudice aveva chiesto una condanna a 30, 24 e 21 anni per omicidio e occultamento di cadavere, nel banco degli imputati erano presente anche il maresciallo Vincenzo Quatrale, ritenuto responsabile d’istigazione al suicidio nei confronti del brigadiere Santino Tuzzi, e il carabiniere Francesco Suprano, accusato di favoreggiamento, per cui la Procura aveva chiesto 15 e 4 anni. Per tutti il verdetto è stato l’assoluzione per mancanza di prove. All’udienza erano presenti anche i genitori di Marco Vannini, Marina e Valerio, in solidarietà alla famiglia e per rappresentare in modo simbolico i genitori di Serena, che sono morti.