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Servizio Pubblico, Grasso sfida Travaglio

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      Dopo la salita al colle di Grillo, e le sue dichiarazioni rilasciate alle televisioni straniere, da dove ha annunciato che: “ Abbiamo cambiato il mondo! E’ soltanto l’inizio, vogliamo l’Europa!”, da un’altra puntatona  dedicata allo share, di “Servizi...

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Dopo la salita al colle di Grillo, e le sue dichiarazioni rilasciate alle televisioni straniere, da dove ha annunciato che: “ Abbiamo cambiato il mondo! E’ soltanto l’inizio, vogliamo l’Europa!”, da un’altra puntatona dedicata allo share, di “Servizio Pubblico”, mascherata da informazione libera, arriva lo spettacolo che ha fatto infuriare l’ex magistrato, che ha telefonato durante la diretta, con un Santoro intoccabile e con un Travaglio impassibile, e compiaciuto, difeso dalla libertà dell’informazione, mentre lo ha sfidato pubblicamente: “ Abbiamo provato un sentimento di ribellione e, insieme, di impotenza nell’ascoltare le infamie pronunciate da Marco Travaglio contro il Presidente del Senato. Il luogo di quello che non esitiamo a definire un delitto contro una persona è “Servizio Pubblico”.

Santoro, con il suo ormai collaudato ruolo di direttore d’orchesta, annusando un’altra puntatona ricca di share, invita l’ex magistrato alla trasmissione, ma la vittima sulla brace, infuriato ha risposto: “ Sfido Travaglio a un contraddittorio e non posso aspettare una settimana, è troppo tempo, devo avere il diritto al contraddittorio in un Paese democratico. Se vorrà venire, lo aspetterò altrimenti interverrò da solo, per smentire le accuse infamanti, con prove alla mano”.

Vittorio Sgarbi, ospite della trasmissione, nonostante ha dichiarato di trovarsi sempre più spesso in accordo con il giornalista accusato di infamia, è convenuto con l’ex magistrato: “Grasso non può attendere una settimana per confrontarsi faccia a faccia con il suo inquisitore”.

In attesa dei prossimi sviluppi, non ci resta altro che rimanere ad aspettare il prossimo spettacolo da osservare da passivi e impotenti spettatori italiani, utili soltanto, secondo i poteri forti, a fare share.