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Seveso: i disastri compiuti dallo stabilimento ICMESA

Seveso

Una storia tragica degli anni '70: a Seveso uno stabilimento dell'ICMESA provocò una nube di diossina i cui effetti si vedono ancora oggi.

La storia

A Meda, a confine col comune di Seveso, negli anni ’70 si era installato uno stabilimento della ICMESA, un’industria chimica legata al famoso gruppo cosmetico e farmacologico Hoffman-La Roche. Il 10 luglio 1976 si verifica un pesante malfunzionamento allo stabilimento, che provocherà danni disastrosi nel comune di Seveso – danni le cui ripercussioni si sentono ancora oggi. Alle 12:27 di quel 10 luglio il sistema di controllo di un reattore smette di funzionare, portando le temperature nello stabilimento ben oltre la soglia di sicurezza. Per far sì che l’impianto non esploda vengono aperte le valvole di sicurezza, provocando così la fuoriuscita di grandi quantità di diossina. La sostanza altamente tossica si era prodotta da reazioni chimiche anomale generatesi dal malfunzionamento del reattore. Una letale nube di diossina viaggia velocemente sui comuni vicini allo stabilimento: Meda, Cesano Maderno, Desio ma soprattutto Seveso.

Le conseguenze immediate

Nonostante gli effetti della nube di diossina fossero immediati ed evidenti, le autorità di Seveso e la stampa non ne parlano per una settimana. Solo dal 17 luglio vengono segnalati casi di bambini gonfi a causa di una strana nube tossica. In realtà i volti dei bambini sono già ricoperti dalla cloracne, una dermatosi molto aggressiva che comporta anche cisti sebacee. Solo allora – e con estrema lentezza – arriva l’intervento delle autorità. Ma nel frattempo piante e animali erano già stati sterminati in gran numero e alcune famiglie erano già fuggite lontano. Vengono delimitate le zone in base a quanto fossero state contagiate, mentre ormai già si vaglia la possibilità che nascano bambini deformi. La Givaudan, multinazionale proprietaria di ICMESA, decide di porre rimedio al danno causato semplicemente patteggiando in tribunale con le autorità e pagando una multa di 103 miliardi e 634 milioni di lire. Non verrà mai chiarito se il tasso di tossicità dei prodotti dell’azienda fosse pericoloso già di per sé, al di là dell’incidente.

Le conseguenze ai giorni nostri

La nube di diossina del ’76 ha provocato danni talmente radicati nella popolazione di Seveso al punto da avere pesanti ripercussioni ancora oggi. Ogni anno muoiono in media 635 persone per tumore al colon retto. Nel 2015 si sono registrati nella zona 750 casi di tumori al seno, tra questi ben 125 nel comune di Seveso. Patologie cardiovascolari e respiratorie affliggono gran parte della popolazione locale e hanno portato a un aumento del 23% delle morti precoci. I bambini nati dal ’77 all”88, quindi da madri che hanno subito la nube di diossina, hanno il 50% di spermatozoi in meno rispetto agli altri uomini loro coetanei nati altrove. Tutto questo probabilmente continuerà a protrarsi anche per altre generazioni, fin quando non si sarà smaltito del tutto il danno della diossina nelle persone che l’hanno subito in prima persona o a cui è stato trasmesso dai geni dei genitori. I 103 miliardi della ICMESA non hanno potuto risolvere il problema.

(Quando alcuni aspetti della storia possono mettere i brividi: “L’album informale dei nazisti: le risate delle SS“)