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SEX WAR

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    Certe persone vivono in lotta con altre, con se stesse, con la vita. Allora s’inventano opere teatrali immaginarie e adattano il copione alle proprie frustrazioni. Paolo Coelio   In quel periodo in Italia Peppe Grillo denunciava nella piazza di Bologna il governo...

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Certe persone vivono in lotta con altre, con se stesse, con la vita. Allora s’inventano opere teatrali immaginarie e adattano il copione alle proprie frustrazioni. Paolo Coelio

In quel periodo in Italia Peppe Grillo denunciava nella piazza di Bologna il governo Prodi, a migliaia erano presenti, l’Italia era in ginocchio, governata da politici indagati corrotti condannati.

Silvio Berlusconi organizzò dei gazebo a ogni angolo della strada di ogni città d’Italia per raccogliere firme dalla popolazione italiana.

E vidi una cosa che non avevo mai visti in 10 anni di militanza politica, e campagne elettorali, il popolo di sinistra e di destra disposti ordinatamente in fila a firmare inserendo i propri dati personali e pagando 5 cinque euro per far cadere il governo Prodi e ….

Il governo Prodi cadde, come solo corpo morto cade…

La politica ha fallito, il mondo degli uomini ha fallito.

Nessun futuro, ma il continuo assalto alla diligenza vuota, proseguiva inesorabile.

Nel frattempo io pensavo solo a lui a come fare per amarlo a impazzire nel non sapere dove stava tutto il giorno con chi parlava, lontano da me.

Non avevo un lavoro certo, appartenevo alla generazione dei precari che non scendono a compromessi, ogni giorno una guerra, facevo le guerre da sola e le vincevo anche da sola, brevi pause fino alla successiva, non avevo soldi da parte, niente debiti ma niente patrimonio, il mondo era un treno impazzito, ma di quelli di oggi freccia rossa argento e platino, che viaggeranno su binari magnetici a velocità appena sopportabili dal corpo dell’essere umano.

Iniziai ad amare il matrimonio come istituzione, che per quanto in crisi sia, ricerche scientifiche delle università americane dimostravano al contrario che il matrimonio fa bene alla salute, che allontana il rischio di malattie quali ansia, depressione, dipendenze da droghe alcool e farmaci o psicofarmaci, tutti sintomi che invece abbiamo nella nostra vita da single o quando ci abbandonano.

E’ che quando t’innamori cominci a desiderare quella famiglia … famosa, famigerata, fallita famiglia del nostro secolo.

Organizzammo i festeggiamenti del nuovo partito, il PDL- il Popolo della Libertà-

C’erano da invitare rappresentanti della stampa e personalità politiche locali.

Organizzai tutto alla perfezione sapendo che non esiste la perfezione, quindi attenta a cercare di rimediare a ogni inesorabile ed eventuale imprevisto.

Durante i festeggiamenti nella nostra sede arrivò il Sig. Renato Cimino un noto costruttore edile locale, sulla sessantina calvo, occhi con color ghiaccio e sovrappeso, ci presentarono.

“È un onore conoscerla e averla qui?” gli dissi.

“Anche per me” mi disse “complimenti davvero un ottimo lavoro” aggiunse.

“Grazie” risposi

Lui mi fissava intensamente, confuso, non si era aspettato di trovarla così incantevole nel suo tubino nero di velluto aderente.

“Mi dispiace ma la cena è quasi finita?” gli dissi.

“Infatti, io ceno sempre con mia moglie e i miei figli” mi rispose.

“Posso offrirle un drink, le vorrei parlare di affari?” continuò.

“Volentieri” risposi io

Conversammo di parole che servirono solo a mascherare i nostri scopi.

“Mi racconti di lei” mi disse “chi è da dove viene? “

“Ha fatto un ottimo lavoro? Vorrei che lavorasse per me” mi disse.

“Sono nata in Toscana, ho sempre vissuto a Roma però.”

Mio padre ha sempre preferito vivere la sua vita con le sue donne, mia madre finì tutto con lui. Si dedicò solo ai figli e al lavoro. E si concentrò a farmi diventare come voleva lei e farmi pagare tutto il male che mio padre le aveva dato.

Ho studiato in un collegio maschile eravamo solo tre donne al primo anno, con 30 maschi.

Fu un’esperienza grandiosa. Sono sempre cresciuta con gli uomini, forse per questo ho tanto testosterone, pensai senza dirglielo, mi hanno sempre annoiato i giochi con le bambole o con le pentoline, ricordo che fin da piccola al paese in estate appena finivo di accudire la bambola e mettere in ordine le pentoline, raggiungevo nonno seduto al tavolino del bar mentre giocava a carte. Mi sedevo accanto a lui con le gambe a penzoloni, rimanevo a sentire bestemmie e turpiloquio di ogni genere per una carta sbagliata, a volte si prendevano anche a calci e pugni, rovesciavano i tavolini, bicchieri e bottiglie per terra in mille pezzi, tutto per una tresette e una scopa persa, ricordo che mi piaceva, era divertente, molto più eccitante sicuramente del gioco con le pentoline e a pettinare le bambole.

Mi piaceva poi essere accanto a nonno che mi prendeva il gelato al biscotto o il ghiacciolo all’arancio sempre verso le 18.00, era così enonno, il nonno buono, la mia unica certezza, credo che i piccoli abbiamo bisogno esattamente solo di questo nella loro esistenza da piccoli, avere la certezza del ghiacciolo delle 18.00, avere le certezze, e credo che anche da adulti sono proprio questi tipi di certezze che più ci mancano.

Anyway imparai a giocare a carte a 4 anni, ma giocavo di nascosto, a noi femminucce era vietato sederci fuori dal bar sul tavolo a giocare a carte, solo a 16 anni insieme alla mia amica Diana, potei sedermi al tavolino del bar e giocare a carte e una volta che iniziai a giocare, cominciai anche a vincere, e vincere al primo turno un tresette e una briscola o una scopa, contro due uomini esperti, scoprii che queste erano soddisfazioni che facevano stare bene. Imparai anche a perdere … ma ora anche quando perdo so sempre che carte ha il mio avversario, pensavo

… compresi che perdere, saper perdere, implica una profonda comprensione di sé.

Continuai “per studiare e laurearmi in scienze politiche dovetti mantenermi gli studi, perché mio padre ci abbandonò a tutti, iniziai a lavorare come call center per la campagna elettorale di un candidato di Forza Italia al Comune di Roma, nel 94.

Mi piace la politica, lavorare in politica, il senso di appartenenza del gruppo, le scariche di adrenalina che ti tengono sveglia per giorni interi durante la campagna, durante la guerra, sono le uniche guerre che non ho mai dovuto combattere da sola, il delirio di onnipotenza che cresce incontrollabile in caso di vittoria. E ho scoperto che quando la mente ti s’inflaziona a quei livelli, l’unico modo per non perdere tutto e fare le cazzate è avere qualcuno accanto di cui ti fidi. Altrimenti è garantito che la cazzata la fai.

Scendi dal palco, il pubblico se n’è andato, c’è rimasto solo un travestito. Franco Califano

Carlotta Miller
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