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Siffredi contro i Pride e il DDL Zan: "Inutile pagliacciata"

Rocco Siffredi

Rocco Siffredi fa dietrofront e rinnega quanto da lui affermato in merito al DDL Zan e il Pride.

Dopo essersi espresso a favore del DDL Zan Rocco Siffrredi è tornato sui propri passi e ha dichiarato di aver cambiato opinione.

Rocco Siffredi contro il DDL Zan

Rocco Siffredi ha detto la sua in merito al DDL Zan e al Pride, affermando di essere contrario ad entrambe le cose. “Ho supportato inizialmente il DDL Zan. Ho sbagliato e non lo rifarei più. Ho aderito senza conoscerne i contenuti, ma forte del mio essere contrario a qualsiasi forma di violenza contro gli omosessuali e il bullismo. Mi sono accorto che a continuare a parlarne si ottiene l’effetto contrario. Si istiga la gente a dare contro. Rispettiamo le libertà individuali senza strumentalizzarle“, ha ammesso il famoso attore di film a luci rosse, e ancora:

“Dico basta anche all’inutile pagliacciata dei gay pride. Se vogliamo chiamarla festa ci sto, ma se dobbiamo chiamarla manifestazione per l’identità dei diritti gay dico che mi avete rotto il c*zzo. Di questo passo tra un po’ ci sarà pure l’eteropride, tutti a rivendicare la propria normalità. Si immagina il caos?”. Il motivo per cui Siffredi si è espresso così in merito al DDL Zan – per cui fino a poco tempo fa aveva protestato personalmente via social – non è chiaro e l’attore non ha spiegato cosa (o chi) gli avrebbe fatto cambiare idea in merito alla questione. Sui social intanto in molti hanno replicato contro Rocco Siffredi in merito alla sua opinione su Pride e DDL Zan.

Rocco Siffredi e il caso di Ciro Grillo

Nelle ultime ore Siffredi ha scatenato una bufera anche per quanto da lui affermato in merito a Ciro Grillo, il figlio di Beppe Grillo accusato insieme ad alcuni coetanei di aver abusato di una ragazza. “Ciro Grillo non è il cattivo e viziato figlio del politico, quello che è successo a lui poteva capitare a tanti coetanei. Loro non sono né violentatori né stupratori, sono i ragazzi della generazione 2.0, cresciuta con il porno senza conoscerne le regole e senza che gli fosse spiegato come uno smartphone può trasformarsi in un’arma letale. Basta un bicchiere di troppo e può succedere che un gruppo di amici si metta a giocare a fare i pornostar con la ragazzina di turno che magari prima fa la disinibita e poi dice “Ma che ca** mi avete combinato?”, ha affermato l’attore.

Rocco Siffredi e il Metoo

Siffredi ha dichiarato anche di essersi “sorpreso” quando non è rimasto coinvolto in nessuna delle accuse sollevate dal movimento Metoo (legato agli abusi commessi da uomini ai danni di donne del mondo dello spettacolo) “Quando ha preso piede il #metoo i miei colleghi mi dissero: “Rocco, il prossimo ad essere infilzato sarai tu”. In effetti tutti i miei film sono sempre stati molto duri (…) Dopo 35 anni di lavoro, quante donne si sarebbero fatte vive per accusarmi? Della serie…”Siffredi mi hai fatto male”. Con molta sorpresa, neppure una. Sono stato bravo o fortunato? La verità è solo una: se lo fai con la gente giusta è impossibile che ti succeda qualcosa”, ha dichiarato.